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Icardi: “Io milanese e legato all’Inter. A fine carriera basta calcio. La Juve…”

Mauro Icardi si confida con GQ, tra i vari hobby e un futuro a tinte nerazzurre: "Il mio prossimo obiettivo è la Seleccion"

Daniele Mari

Mauro Icardi, a margine di un servizio fatto per uno sponsor, ha parlato con GQ del suo presente milanese e della sua vita italiana. Un Icardi extracampo, che dimostra ancora una volta il suo fortissimo legame con la città e con l'Inter:

I tuoi tre luoghi del ‘cuore’ di Milano

Il primo sicuramente è San Siro. Poi mi piace andare in centro a fare shopping e mi piace sempre andare a vedere il Duomo, ogni volta che ci passiamo davanti scattiamo le foto.

I tre ristoranti preferiti di Milano.

Veramente sono due. Per la carne un ristorante argentino, per il pesce, giapponese.

Ma uscite spesso la sera tu e Wanna?

No, con cinque bambini, proprio no.

Quanto ti senti milanese oggi Mauro Icardi? (Conosci qualche parola in dialetto?)

Mi sento molto milanese. Ormai sono qui da quattro anni e sono molto legato all’Inter.

Si dice spesso che Icardi non ha molti palloni giocabili a partita, ma fa sempre gol. Qual è il segreto per sfruttare al meglio le occasioni che capitano?

Quest’anno sto facendo anche molti assit. E per fare gol bisogna trovarsi sempre nel posto giusto al momento giosto. Questo è il compito di ogni attaccante.

Che cosa sogni ancora come calciatore?

Il sogno di giocare ad alti livelli l’ho già raggiunto da un paio d’anni. Il mio prossimo obiettivo è migliorare in modo da poter giocare per la Nazionale del mio Paese.

Qual è il gol più bello della tua carriera?

Come bellezza o come importanza? Il più bello è sicuramente quello fatto da fuori area contro il Bologna. All’incrocio dei pali. Il più importante… è sempre contro la Juve.

Che cosa pensi dell’immagine da star che hanno i calciatori oggi?. Un tempo non era proprio così. È un fenomeno nato forse con Maradona…

Be’, oggi siamo molto più esposti a causa dei social network e di internet. Sia le partite di calcio, sia molti aspetti della nostra vita privata possono essere seguiti ovunque.

A proposito di gioventù: sei stato al Barcellona e avevi una stanza alla Masia, considerata una ‘scuola’ per tanti giovani calciatori. Il compagno di allora che senti ancora e cosa ti ha insegnato la vita collegiale nel centro del Barca.

Sono tanti i compagni di allora con cui mi sento. Poi la vita alla Masia mi ha insegnato tante cose che hanno più a che fare forse con la vita stessa che con il calcio in senso stretto. Alla Masia si cura più l’uomo che lo sportivo. Tra coloro che sento ancora oggi di più, certamente c’è Rafinha, che gioca in prima squadra col Barcellona.

I compagni che frequenti oggi, fuori dal campo?

Gli argentini.

Musica preferita?

Cumbia argentina e reggaeton. La prima però a Wanda non piace. Per cui l’ascolto in macchina.

Film preferito?

Mi piacciono molto, anche riguardandoli, Pearl Harbor e I pirati dei Caraibi.

E se tu fossi un protagonista di un film, chi saresti e perché? Un kamikaze giapponese? Prima Darth Vader, poi il kamikaze… Stiamo prendendo una piega oscura…

Ah, ah. Magari Jack Sparrow.

Se non avessi fatto il calciatore oggi saresti un…?

Non ho mai pensato a un’alternativa.

Non pratichi altri sport?

Solo quelli acquatici, quando andiamo al mare in vacanza. Ma non sono un appassionato di altri sport.

Molti tuoi colleghi giocano a golf per esempio.

Il golf, poi. Solo se sono costretto.

E quando invece smetterai, addio calcio o ti piacerebbe continuare con un ruolo diverso?

Escludo che lavorerò ancora nel mondo del calcio. Sicuramente no come allenatore. Non è nei miei pensieri. In questo momento non ho ancora progetti per il futuro.

Che cosa ti manca di più dell’Argentina?

A parte i familiari e gli amici, le grigliate di carne.