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Sabatini in Cina per il mercato e Spalletti: servono investimenti urgenti

Vertice tra Sabatini e Suning per due rinforzi. Spalletti fa quadrato, ma dietro le quinte comincia a non nascondere il nervosismo

Francesco Parrone

Walter Sabatini è partito ieri per la Cina insieme a Fabio Capello, tecnico dello Jiangsu. C’è da impostare il mercato del club di Nanchino, questo è certo, ma il dirigente nerazzurro tornerà all’assalto di Zhang Jindong soprattutto per la causa interista. Un blitz anticipato di qualche giorno rispetto ai programmi iniziali: l’attuale crisi è infatti seria, apertissima e preoccupante, e impone allora terapie d’urto sul mercato se non si vuole perdere il treno per l’Europa che conta. Secondo La Gazzetta dello Sportun mese fa Sabatini era stato respinto con decisione da Suning: «Autofinanziamento puro, si compra solo se prima si vende», la direttiva del grande capo. Oggi il 62enne mago delle plusvalenze tornerà alla carica per ottenere un tesoretto adeguato, e lo farà mettendo sul tavolo vecchi e nuovi argomenti.

Sul fronte del fairplay finanziario, Sabatini ribadirà la bontà di una linea di mercato più aggressiva fin da subito per alzare il livello tecnico e quindi economico di una rosa che oggi, Icardi e Perisic a parte, non è in grado di produrre plusvalenze importanti. Insomma, investire immediatamente su talenti veri, centrare la zona Champions, rivalutare di conseguenza alcuni giocatori già a Milano e poi agire in maniera mirata a livello di vendite entro il 30 giugno: una specialità da sempre di casa Sabatini, che all’Inter può oltretutto contare sulla collaborazione concreta di Ausilio, altro uomo mercato di grandissimo livello. Sabatini spera poi in una maggiore elasticità da parte della proprietà anche alla luce di alcuni imminenti mega investimenti cinesi. A Pechino si è infatti parlato molto di un «blocco governativo» nei confronti del calcio, eppure sono freschissime le offerte choc del Guangzhou al Borussia Dortmund e alla Roma: 72 milioni di euro per Aubameyang e 30-35 per Nainggolan. Luciano Spalletti è un altro argomento da mettere sulla scrivania di Zhang Jindong. Il tecnico nerazzurro, letteralmente miracoloso finora, è chiamato agli straordinari anche fuori dal campo: a parole deve difendere in maniera convincente l’attuale gruppo, ma sembra fare sempre più fatica a non esplodere. Venerdì sera è sembrato piuttosto nervosetto davanti a tv e carta stampata. Mercato «monco» in estate e zero euro a gennaio, eppure tutti gli chiedono la Championsa prescindere, anche con frasi o slogan a effetto coniate dalla stessa proprietà.

Oggi le rose di Juve, Napoli e Roma sono obiettivamente di un altro pianeta rispetto a quella nerazzurra. La vera rivale Championsè la Lazio, che però a sua volta ha molta più qualità e profondità. Spalletti è sincero quando difende i suoi ragazzi, li stima e li considera adatti a certi traguardi. Il tecnico nerazzurro ha fatto però capire al club che per mettere in sicurezza la Championsoccorre iniettare nella rosa personalità, fisico e classe pura. Sono d’accordo sia Sabatini sia Ausilio che stanno lavorando su più fronti: Pastore è l’uomo ideale, Mkhitaryan l’altra seria possibilità, Deuloufeu (sul quale c’è forte il Napoli) l’alternativa ai due. In mezzo al campo si farà una altro tentativo per Ramires: se arrivasse il brasiliano salterebbe naturalmente l’extracomunitario Mkhitaryan. Capitolo difesa: Bastoni è la carta più semplice, Spalletti vorrebbe un uomo di maggiore esperienza. Necessario, infine, trovare un vice Icardi.

(Fonte: Mirko Graziano, La Gazzetta dello Sport 7/1/18)

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