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Spalletti: ora anche l’Inter ha il suo uomo forte. Steven Zhang colpito da…

Quando l’Inter sognava ancora Conte, la candidatura di Luciano Spalletti era considerata troppo “ingombrante” per la personalità divisiva dell’allenatore

Riccardo Fusato

Quando l’Inter sognava ancora Conte, la candidatura di Luciano Spalletti era considerata troppo “ingombrante” per la personalità divisiva dell’allenatore. Nel frattempo Pioli è naufragato e l’atteggiamento della squadra, una volta compreso che riacciuffare la zona Champions sarebbe stata una pia illusione, ha convinto i dirigenti a scegliere l’allenatore disponibile che più avesse personalità per dare - sin da Brunico - un bell’elettroshock al gruppo. D’altronde pure l’Inter morattiana è riuscita a svoltare quando il petroliere ha trovato due allenatori - Roberto Mancini e José Mourinho - capaci di diventare “padroni” della Pinetina catalizzando intorno a personalità anche ingombranti, tutte le pressioni che storicamente hanno zavorrato l’Inter. Anche stavolta serviva un uomo forte: lo chiedevano a gran voce i tifosi e lo imponeva il crollo verticale avuto dalla squadra in primavera. L’allenatore già oggi è atteso a Milano per la firma del contratto biennale da 4 milioni che lo legherà al club nerazzurro. A metà settimana si terrà invece il vernissage con la stampa e non è affatto escluso che Spalletti possa poi volare fino a Nanchino per conoscere Jindong Zhang: d’altronde fece altrettanto ai tempi della Roma andando a Boston per stringere la mano a James Pallotta.

Steven Zhang, che accompagnerà a Milano l’avventura di Spalletti, è rimasto colpito “dall’ossessione” del tecnico di riuscire a strappare alla Juventus l’egemonia sul calcio italiano. Zhang aveva addirittura espresso questo desiderio nel discorso di Natale ai dipendenti, mentre il tecnico ha deciso di rompere il cordone ombelicale che lo legava alla Roma quando ha capito che nella Capitale sarebbe stato impossibile colmare il gap con la concorrenza. L’Inter per Spalletti era un treno da afferrare in corsa perché Suning, per potenza di fuoco, non ha nulla da invidiare alla Juventus. Difatti, nei colloqui avuti con Gardini e Ausilio (prima di quello di sabato a Firenze ce n’è stato un altro in una località segretissima, peraltro mai confermato dal club), è stato promesso all’allenatore che, una volta risolte le pendenze in tema di fair play finanziario, gli sarebbero stati garantiti tutti i rinforzi necessari per mettere in atto il suo 4-2-3-1

(Tuttosport)

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