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A volte una clausola di riacquisto si definisce in un attimo. Ma nel caso di Club Brugge e Inter, la faccenda è ben più complessa, anche per via del proprietario Oaktree. L’Inter, infatti, non vuole correre il rischio di vedere Stankovic esplodere subito dopo la cessione – come successo, ad esempio, con Ardon Jashari – per poi rendersi conto di aver venduto troppo in fretta un giovane di grande talento.
Dal canto suo, il Club Brugge non ha alcuna intenzione di lasciar partire "il nuovo Jashari" dopo due stagioni per “soli” 25 milioni di euro. Trovare un equilibrio è difficile: da un lato si cerca di ottenere una cifra di trasferimento relativamente contenuta, ma dall’altro si vuole che l’eventuale clausola di riacquisto sia il più alta possibile.
Il Club Brugge, tra l’altro, non prende mai alla leggera i dettagli contrattuali. Spesso sono proprio le clausole sui bonus, le percentuali sulla futura rivendita e, come in questo caso, i termini esatti della clausola di riacquisto a fare la vera differenza. Ecco perché anche il dossier Stankovic richiede tempo.
In generale, il Club Brugge non è un grande fan delle clausole di riacquisto: quando ha venduto, non le ha mai inserite nei contratti. Ma se l’Inter insiste per averla, allora dovrà essere una clausola che abbia un senso – e un certo vantaggio – anche per i nerazzurri di Bruges.
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