L'argentino affronta i nerazzurri guidati dal Toro: il rendimento è altalenante, ma l'attaccante del Bologna ha grandi qualità
Se Lautaro Martinez è soprannominato "El Toro", Santiago Castro potrebbe essere chiamato "El Torito". Il giovane attaccante argentino, appena ventenne, sembra collezionare soprannomi tanto quanto esperienze sul campo. In famiglia è affettuosamente noto come "Toto", un soprannome che si aggiunge a quelli assegnatigli nel corso della sua carriera: "King Kong" da Claudio Pugliese ai tempi del Vélez Sarsfield, e "Locomotora" dopo una rete segnata al River Plate. A Bologna, invece, il giovane è semplicemente "Santi", anche se quel "Torito" continua a riecheggiare nell’aria.
Come molti talenti della sua generazione, Castro guarda a Lautaro Martinez e, prima ancora, a Carlos Tevez come modelli. Non è difficile capire perché: Santiago non è un attaccante potente o fisicamente imponente, ma un giocatore che punta tutto sulla tecnica e sulla visione di gioco.
Arrivato a Bologna nel mercato invernale della scorsa stagione, ha dovuto attendere fino a marzo per il debutto, essendo impegnato a febbraio con la nazionale olimpica argentina. Nonostante un inizio cauto, il giovane ha trovato il modo di farsi notare, segnando un gol contro la Juventus nella scorsa stagione.
Quest’anno, complice la partenza di Zirkzee, Castro ha avuto più spazio e ha finora totalizzato quattro reti e altrettanti assist. Tuttavia, il suo percorso non è stato privo di ostacoli. Nelle ultime settimane il suo rendimento è calato: contro il Torino ha fallito un rigore, mentre con il Verona è stato protagonista di una sfortunata autorete che ha deciso la partita in favore degli avversari. Questo andamento altalenante solleva un interrogativo cruciale: Santiago Castro è pronto per un grande salto, magari verso un club come l’Inter? Secondo Tuttosport, per ora, la risposta sembra negativa. L’adattamento al calcio italiano è ancora in corso, e il suo potenziale rimane tutto da esplorare.