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La partita col River è stata quella del debutto da titolare con la maglia dell'Inter per Pio Esposito, ma anche quella del primo gol messo a segno coi nerazzurri. Il talento c'è, ora deve continuare la crescita. Intanto l'Inter ha preso una decisione per il suo futuro.
"Abbiamo visto toccarsi presente e futuro. Abbiamo visto un giocatore che ha tutto per diventare il riferimento dell’Inter e della nostra Nazionale nei prossimi anni. Pio Esposito non dimenticherà mai Seattle, il Lumen Field, uno stadio pensato per il football americano e invece all’improvviso diventato così esaltante anche per il soccer italiano. Fa bene Chivu ad esaltarlo e contemporaneamente a dire «non dobbiamo commettere con lui l’errore commesso con altri». E il pensiero di tutti è andato a Mario Balotelli. Ma ci sono già abbastanza elementi per dire che siamo di fronte a due storie diverse. L’Inter lo terrà: altro che cessione in prestito, la prossima stagione Esposito sarà in organico vicino a Lautaro, Thuram, Bonny e forse un quinto attaccante", sottolinea La Gazzetta dello Sport.
"A Seattle intanto Pio s’è divorato il River Plate: i difensori di Gallardo non l’hanno mai capito. Anticipato. Frenato. Magari alla Fifa riusciranno finalmente pure nell’impresa di abbinare il suo volto al nome corretto, visto che a Seattle all’ingresso in campo l’hanno annunciato con il nome del fratello Sebastiano. Pio neppure se n’è accorto. È stata una partita vecchio stile, calci e non solo calcio: per dire, dopo pochi minuti Esposito ha subito un intervento durissimo da dietro, di quelli che i difensori di una volta facevano contro i ragazzini per intimidirli. Ma il nostro ha fatto spallucce. In una gara giocata quasi in tutte le zone del campo uomo contro uomo, Pio ha fatto la differenza. Ha una qualità con comune, anzi decisamente rara: la capacità di abbinare un fisico imponente – 191 centimetri – alle doti tecniche, alla bravura nel gestire il controllo del pallone".
"Nelle scorse settimane l’Inter ha davvero pensato di completare la crescita del ragazzo mandandolo in prestito in Serie A. Ma con il passare dei giorni si è fatta strada sempre più la seconda via, tenerlo in organico. Perché, se in giro per l’Europa i 18enni giocano titolari nei grandi club, non può accadere anche da noi? Questa domanda se la sono posta, i dirigenti nerazzurri. Peraltro, lui e Carboni – con Bellingham del Borussia Dortmund – sono due dei tre più giovani marcatori di questo Mondiale. Pio resta, allora. E avrà spazio, lì dove dietro la ThuLa c’era il vuoto", aggiunge La Gazzetta.
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