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Aurelio De Laurentiis sarebbe disposto a fare follie pur di portare Pio Esposito a Napoli. Non è il solo ad aver messo gli occhi sul giovane attaccante, ma l’Inter ha già tracciato una linea netta: il classe 2005 non è in vendita, per nessuna cifra. Nemmeno di fronte a un’offerta da 45 milioni, recapitata dagli azzurri tramite intermediari, i nerazzurri hanno vacillato. La risposta è stata secca: “Non è sul mercato”.
"Ma non è che l’Inter lo tiene e basta. Non è che lo mette lì, ai margini della rosa, giusto per dire che ha un prodotto del vivaio. No: l’Inter lo tiene per farlo giocare. E nemmeno come quinto attaccante da buttare dentro quando c’è proprio la disperazione galoppante, proprio no. Se il quinto attaccante (Lookman) non arriverà è proprio perché si vuole dare più spazio possibile a Esposito. Lo si vuole nelle rotazioni con Lautaro, Thuram e Bonny perché si è convinti che sia di quel livello. È un’idea ormai radicata anche nel ct Gattuso che è sempre più convinto di chiamarlo in Nazionale già nelle convocazioni in arrivo tra poco più di una settimana. Non è una forzatura né una chiamata “alla Pafundi”: Pio Esposito è un prodotto finito, oltre che una primizia", sottolinea Libero.
"L’importante è che la convocazione in Nazionale abbia lo stesso principio della scelta dell’Inter di tenere Esposito in rosa, ovvero che non sia simbolica ma pratica. Bisogna convocare Esposito – ma anche Leoni, per cui vale lo stesso ragionamento – per farlo giocare, perché solo così si può capire il suo reale valore e se sarà già l’attaccante di riferimento al prossimo Mondiale, sperando di disputarlo. La scelta di Retegui di andare in Arabia Saudita è rispettabile, ci mancherebbe, ma è anche un assist a Gattuso. Se non lo coglie, comincerà l’avventura con un autogol".
(Libero)
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