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Recoba: “Inter gran parte della mia vita. Godin? Carattere da vendere. Su Vecino…”

Marco Astori

Le parole dell'ex attaccante nerazzurro

Lunga intervista concessa da Alvaro Recoba ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. L'ex attaccante nerazzurro ha parlato dei suoi connazionali, Godin e Vecino, ma non solo.

Alvaro Recoba, magari a Milano c’è qualcuno che già sogna un baby Chino in nerazzurro. La “sua” Inter ha intanto puntato su un altro grande uruguaiano...

“Ho sentito Godin al telefono nei giorni scorsi. Avremmo voluto incontrarci, ma i tempi non coincidono, l’Inter poi ora è in Asia. Peccato, ci sarà modo in futuro. Vengo spesso in Italia. E’ carico, motivato”.

Chi è Godin?

“Un giocatore forte, molto forte. L’ho avuto come compagno in nazionale nell’ultima parte della mia carriera. E già si vedeva la personalità del campione. Un tipo tosto, con la garra, come diciamo noi. Un difensore uruguaiano a 360 gradi. E’ stato leader nell’Atletico Madrid e in Nazionale. E ha mostrato carattere da vendere anche scegliendo l’Inter”.

Cioè?

“A Madrid era un dio, poteva vivere di rendita fino a fine carriera senza particolari pressioni. Insomma, ha lasciato un porto sicuro per scegliere un progetto nuovo, in un club oltretutto in fase di ristrutturazione e che ha bisogno di vincere subito. Pressione a mille e grande concorrenza anche in difesa con i vari Skriniar, De Vrij e altri. Questo è Godin. L’Inter ha preso un condottiero che ha ancora molto da dare”.

Dove lo colloca fra i grandi difensori uruguaiani?

“Non torno troppo indietro nel tempo, ma nella storia recente è sicuramente fra i due-tre più forti. E’ uguale a Montero, stessa pasta, e sono certo che Diego sarà onorato di questo paragone. Penso anche a Lugano, altro guerriero e leader là dietro. E oggi è già pronto il loro erede: José Gimenez dell’Atletico Madrid”.

Recoba, tifa sempre Inter? La segue?

“L’Inter è stata gran parte della mia vita. Mi informo sempre del risultato, e quando posso la guardo in tv. Faccio parte anche delle Legends, messo sotto contratto da Toldone (Francesco Toldo). Diciamo che ai tempi ho avuto l’intelligenza di andare via prima che si iniziasse a vincere tutto (ride). Ma quando l’Inter ha trionfato in Champions League, io ero la persona più felice del mondo. Pensavo al popolo nerazzurro, a Massimo Moratti, alla sua famiglia. Il mio è un sentimento sincero. E oggi che ci sono due uruguaiani in nerazzurro sono ancora più felice”.

Già, che ne pensa di Vecino?

“Ero sicuro che avrebbe fatto bene in Italia. Le sue caratteristiche sono perfette per il calcio italiano. Da noi un certo tipo di giocatori fanno più fatica perché si gioca nel breve, la palla corre meno e i campi sono poi spesso un disastro. Inseriti invece in un altro contesto... Matias ha passo, gamba, carattere e fisico, è poi molto intelligente tatticamente. E’ un bravo ragazzo, umile. In pochi pensavano che avrebbe fatto così bene all’Inter, segnando anche gol pesantissimi”.

A proposito dei suoi gol invece, quali sono quelli che ricorda con maggiore emozione?

“Il 3-2 in rimonta alla Samp ai tempi di Mancini allenatore e il 3-1 su punizione alla Roma nel 2002 perché quella sera pensavamo di aver fatto lo scatto-scudetto decisivo”.

E la doppietta all’esordio contro il Brescia che di fatto salvò la panchina a Simoni? Il gol da metà campo all’Empoli sempre nel 1997?

“Ma lì ero giovane e incosciente (ride). Parlo di emozione forte al momento, non dell’importanza dei gol”.

Una curiosità: perché contro il Brescia tirò lei la punizione del 2-1? In campo c’erano Ronaldo e Djorkaeff per esempio, e Recoba in fin dei conti era una “spina”.

“Forse perché avevo appena segnato con una bomba da 30 metri. Non si avvicinò nessuno alla palla. Anzi, al 90’ ci diedero un’altra punizione al limite dell’area, la posizione era per un destro, dunque per Ronaldo senza discussioni. Eppure Ronie si avvicino e mi chiese il permesso di batterla. Mi disse: ‘Chino, ti dispiace se tiro io?’. Roba da matti”.

E lei cosa rispose?

“All’inizio lo guardai stranito. Poi gli dissi: ”Secondo te? Ci mancherebbe altro!”. Rido ancora quando ci penso”.

Vieri ha detto che deve a lei il 50% dei gol fatti con la maglia dell’Inter.

“Bobo è un amico vero, ci siamo ritrovati dopo un po’ che non ci si vedeva. E’ un ragazzo di cuore, perbene, generoso”.

Che centravanti era?

“Un animale!”.

Dia un voto al tridente Recoba-Vieri-Ronaldo?

“Dieci!”.