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Bellinazzo: “Pif-Inter, ora non c’è nulla. Suning, decisivo lo stadio. L’asse Cina-Arabia…”

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Ilpunto sul futuro societario del club nerazzurro, tra le voci su fondi arabi e la situazione della famiglia Zhang

Fabio Alampi

Marco Bellinazzo è intervenuto nel corso di "Cominciamo Bene", programma radiofonico in onda su Radio Nerazzurra, per parlare del futuro societario dell'Inter:

"Il 19 novembre annuncio da parte dell'Inter? Chi non fa il giornalista può dire ciò che vuole... Non so da dove nascano queste voci, ho notato questo desiderio di aderire all'onda araba sperando che si possano spendere e spandere milioni di euro. A me non risulta nulla, non so di cosa si stia parlando. Quello che so dell'attenzione del fondo PIF in Italia l'ho raccontato, poi ci sono anche ragioni di logica che mi portano a escludere un tipo di operazione come quello che si profila. Poi si sa, il mondo della finanza è strano, ma mi sembrerebbe strano, anche considerando quello che è stato detto non più tardi di due giorni fa dall'amministratore delegato dell'Inter, Alessandro Antonello. Suning costretto a vendere altri big in estate? Dipende, ad esempio, da come si va in Champions League, quanti soldi entrano. È evidente che, partendo da un passivo caratterizzato da elementi strordinari, il rosso strutturale dell'Inter è di un centinaio di milioni. Sono stati fatti degli errori, in parte per la volontà di rinforzarsi, acuiti poi dalla crisi legata al Covid, e sono stati fatti dei contratti molto onerosi per giocatori che poi non hanno reso, ma questo fa parte delle dinamiche e delle scelte dei direttori. Posto questo, la bravura del management sta nell'imparare dgli errori e correggerli in corsa, dando continuità. Bisogna in questo momento tenere distinti quelli che sono il destino della famiglia Zhang da quello che è la situazione attuale del gruppo Suning e le prospettive dell'Inter. La famiglia Zhang indubbiamente si è indebolita all'interno di Suning, sia pure non in maniera drammatica: ha ceduto quote per le direttive del governo di Pechino. Ma all'interno del gruppo SUning sono subentrati altri gruppi, che paradossalmente lo rendono ancora più solido. Dopo di che è evidente che, se ti pongono situazioni di autofinanziamento del club - posto che Suning ha messo più di 600 milioni nei primi 4 anni e non ha certamente lesinato risorse - si pone un problema a livello di quello che potrà fare l'Inter nei prossimi anni, questo è oggettivo: bisognerà finanziare il nuovo stadio, tenere la rosa a un certo livello, e finchè l'Inter non raggiungerà i 500 milioni a livello strutturale non garantisce autosufficienza, se non attraverso operazioni di mercato e cessioni.

Il nuovo stadio? Uno dei motivi per cui la famiglia Zhang ha deciso di non cedere l'Inter in questa fase. Magari più avanti, quando ci sarà un asset che avvalora di più il club, allora se ne riparlerà. Per quanto riguarda il finanziamento, stiamo parlando di una rinegoziazione dei bond che l'Inter aveva già emesso in passato. Ne sarà fatto ora una da 400 milioni, con un periodo credo quinquiennale, cercando di lavorare sul fatto che ci sono sul mercato grandi liquidità, i tassi di interesse sono molto più bassi rispetto agli anni scorsi, per cui quell'impatto finanziario che gli interessi gravavano intorno ai 30 milioni sull'Inter, si punterà ad abbassare questo peso. La sfida, per l'Inter, in ambito non sportivo e di bilancio, sarà questa: aumentare il fatturato in maniera strutturale e portarlo intorno ai 500 milioni e, contestualmente, avviare un ridimensionamento di quello che è il debito. Come fare per ridurre il debito se con quello che incassi devi coprire le perdite che già hai? Ti devi mettere in una condizione in cui i ricavi annuali sono maggiori e con quegli utili vai a coprire il debito. Questo è quello che l'Inter stava facendo prima del Covid e che si è trovata ad essere bloccata. L'Inter aveva portato il proprio ricavo strutturale tra i 250 e i 350 milioni, e stava andando verso i 400: questo percorso si è bloccato e va ora ripreso. Chiaramente ci saranno i maggiori ricavi dallo stadio, ci vorrà il tempo della costruzione, ma questo passaggio è indispensabile. Se in questi 5 anni, ingolositi dallo stadio, altri investitori decideranno di intervenire o di fare offerte importanti, questo è un altro discorso. In questo momento non ci sono sul tavolo offerte da un miliardo, che è quello che chiede Suning per rientrare dai propri investimenti e per cedere un club che si appresta a costruire, seppur in coabitazione, un nuovo stadio.

C'è oggi una dinamica di turnover nelle proprietà dei club che è paragonabile a quella di azende. Presidenze alla Berlusconi o alla Moratti sono sempre più rare, anche perchè le logiche di investimenti sui club di calcio sono le più varie. In quetso senso mi aspetto che da qui a qualche anno, come è già successo al Milan, Suning possa cedere l'Inter. A maggior ragione perchè non ci sono e non si intravedono cambiamenti nelle politiche di espansione sui mercati dello sport in Cina. Ma attenzione, perchè anche lì sta cambiando qualcosa: in queste settimane si sta creando un asse molto importante tra l'Arabia Saudita e la Cina, che guarda anche ai Mondiali, che sta cambiando anche le strategie di Pechino sugli investimenti sportivi. Sono questioni che sembrano totalmente su altri piani, ma dobbiamo abituarci al fatto che i club di calcio di fascia alta come Inter e Milan, ormai fanno parte di queste strategie di alta finanza e geopolitica, e quindi le situazioni possono cambiare molto più velocemente".

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