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Conte: “Stiamo entrando nella storia. Regno quasi caduto. Pazza Inter? Falsità e bugie”

Eva A. Provenzano

Le parole dell'allenatore nerazzurro alla fine della partita contro il Crotone

Scudetto in download per l'Inter. Manca un punto. Poco, pochissimo, alla squadra di Conte per raggiungere l'obiettivo e si vede dal sorriso dell'allenatore alla fine della partita con il Crotone. Queste le sue parole a fine partita: «Penso che il campionato che stiamo facendo è figlio di una crescita costante della squadra, sotto tutti i punti di vista. Non solo tecnico-tattico. Ma di condivisione, di viverla intensamente. I calciatori, chi gioca, chi entra dalla panchina, chi è stato meno coinvolto, abbiamo creato una cosa granitica, abbiamo capito l'importanza di fare qualcosa di straordinario come vincere. Stiamo riuscendo nell'impresa di far cadere un regno che durava da nove anni. Questi ragazzi meritano quanto fatto».

-Che domenica sarà domani? 

I ragazzi sapevano che dopo Verona gli avevo dato il giorno libero e in caso di vittoria col Crotone gli avrai dato un po' di libertà. Abbiamo bisogno di stare con le nostre famiglie, è stato un periodo intenso. Siamo ad un passo, ma siamo sereni. Vedremo la partita ognuno con i nostri familiari e in maniera molto serena. Penso che comunque non sia giusto dipendere dagli altri. Abbiamo un distacco importante e quello che succederà domani è relativo. Abbiamo meritato quanto fatto, non dipendiamo dagli altri e non ce ne sarà bisogno. 

-C'è stato un momento in cui hai capito di aver raggiunto l'obiettivo? 

Sì. Penso comunque che c'è stato un processo di crescita. L'ho spiegato anche in conferenza. C'era da fare un percorso per arrivare a vincere ed essere considerati vincenti. Ci sono sacrifici da fare, delle rinunce, tante volte anche rinunciare a cose per riuscire a fare cose straordinarie. Non tutti ce la fanno e vogliono fare questo. I miei ragazzi sono saliti tutti sulla barca, remano insieme, abbiamo condiviso un sogno per entrare nel sogno dell'Inter. L'unico modo per entrare nella storia è vincere. Questi ragazzi sono ad un passo, sono riuscito a convincerlo, ma c'era la predisposizione. 

-Più difficile vincere a Torino come ha fatto lei 10 anni fa o fare quello che ha fatto quest'anno all'Inter anche in solitudine? 

Sono due situazioni difficili entrambi. Mi chiamarono alla Juve dopo la promozione con il Siena, la Juve era arrivata settima e sono stato fortunato perché il presidente era tifoso e siamo riusciti a fare qualcosa di straordinario. Non eravamo i favoriti e abbiamo battuto il Milan e c'era ancora l'Inter del Triplete. Oggi con l'Inter ho fatto la scelta più difficile perché tanti avrebbero trovato modo di nascondersi dietro la storia e tante cose, io mi sono messo in discussione, amo le sfide. Rimango tifoso delle squadre che ho allenato ma sono il primo tifoso della squadra che difendo oggi. Non è stato semplice entrare nel cuore dei tifosi interisti, non so se ora ci sono. Ma ho capito. Ho dato sempre tutto per l'Inter come per tutte le squadre che ho allenato. Questa volta mi sono messo in gioco in maniera importante e ora c'è soddisfazione per qualcosa di straordinario che sta facendo. 

-L'Inter con te è diventata una macchina. Ma in cosa ha cambiato te l'Inter? 

Voglio cogliere l'occasione per mettere i puntini sulle i. Qualcuno ha detto che ho voluto cambiare l'inno dell'Inter. È falso. Chi ha preso la decisione si prenda la responsabilità. A me l'inno Amala sta simpatico. Qualcuno ha usato la mia battuta sull'essere meno pazza perché per me una squadra vincente è stabile, ma non ho cambiato io l'inno. Ho troppo rispetto della storia di ogni squadra che alleno. All'Inter sono entrato in un pianeta nuovo. Non è stato e non sarà semplice. Ci sono tante dinamiche. Spesso e volentieri vedo che alla minima occasione si cerca di essere negativi. Anche i tifosi interisti giornalisti sono negativi. Invece dovrebbero essere più positivi e anche essere più tifosi. 

(Fonte: Skysport)