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Antonello: “Inter e Milan propongono non solo stadio. Progetti da 2 miliardi. Vogliamo…”

Daniele Vitiello

L'intervento dell'amministratore delegato nerazzurro

Alessandro Antonello, amministratore delegato dell'Inter, è intervento nel corso della rassegna MilanoParigiCapitali 2022. Queste le sue considerazioni: "Abbiamo in Italia la necessità di investire nelle infrastrutture per migliorare il sistema calcio. Ci sono progetti in itinere che se portati a termine porteranno 1 miliardo e 900 milioni di euro. Purtroppo l'età media degli stadi italiani è tra i 60 e i 70 anni, per cui è indispensabile procedere ad un rinnovo delle infrastrutture".

Sul progetto stadio: "Inter e Milan hanno presentato un piano tre anni fa, oggi abbiamo ripresentato il dossier di fattibilità al Comune di Milano con una riduzione delle volumetrie per dar seguito alle indicazioni che a suo tempo l'amministrazione ci aveva dato. Stiamo facendo non solo un progetto stadio, ma anche un centro di attrazione polivalente del quale la città di Milano deve beneficiare. Sarà un progetto altamente ecosostenibile, con le tecnologie più avanzate che possono metterci a disposizione. In assenza di infrastrutture e nuovi stadi, difficilmente Inter, Milan e il calcio italiano possono tornare a competere ad alti livelli. Lo stadio può garantire ricavi addizionali grazie a servizi addizionali che porterebbero il club ad investire di più poi sulla rosa. Ci sarà un dibattito pubblico, dopodiché la Giunta esprimerà il suo parere e ci auguriamo di procedere alla stesura del progetto esecutivo, prima di partire con i lavori".

Toccato anche il tema dei diritti TV: "In Lega c'è un team di lavoro che ha iniziato in Lega ad afferontare il tema in modo strategico. La Premier League deve essere modello di riferimento, il paradigma per noi però dovrebbe essere la Liga spagnola che negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale. Hanno una Governance molto forte e un prodotto televisivo con Real e Barcellona che fanno da traino. La Lega deve sviluppare i mercato internazionali: oggi abbiamo un gap con la Premier League enorme. Al di là dello sviluppo internazionale, serve anche uno sviluppo tecnologico: il prodotto Lega deve evolvere rispetto ai bisogni e ai desiderata dei nostri fan.

Inutile cercare di sviluppare modelli di business che non tengano i tifosi al centro, perché sono loro a sostenere l'industry. La Lega sta ponendo le basi per colmare questo gap: è stato già aperto un hub negli Stati Uniti, un altro verrà aperto nel Medio Oriente e la volontà è di coprire meglio mercato asiatico con un presidio territoriale. Oggi si sta pensando, qualora il prossimo bando non dovesse essere di successo, di rivolgersi ad una creazione e distribuzione del canale televisivo della Lega. Questo è indispensabile, perché la Serie A è riconosciuta ancora come brand attrattivo e investitori stranieri lo stanno dimostrando. Dobbiamo ricreare il valore dei primi anni 2000 con un modello attrattivo. Bisogna evitare che il gap che sta creando la Premier League porti i giocatori voler giocare esclusivamente lì".