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Inter, 5 italiani in Champions: non interessa più ai criticoni? E torna alla mente una frase

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L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: grande Inter ma "job is not finished". Ambiente maturo. E torna alla mente una frase di Mou
Alfio Musmarra

Come sono lontani i tempi in cui l’Inter veniva criticata per l’utilizzo massiccio di stranieri! Oggi invece con 5 italiani ( Darmian, Acerbi, Bastoni, Dimarco e Barella) nella formazione titolare nessuno che alzi un dito per farlo notare.

Così com’è giusto rilevare l’importanza dei parametri zero che fino ad oggi stanno trascinando il club in un finale di stagione dalle grandi emozioni. Onana, Acerbi (prestito), Calhanoglu, Mkhitaryan, Dzeko si sono rivelati determinanti nonostante non siano stati nomi di grande impatto mediatico, escluso il centrocampista turco perché proveniente dall’altra sponda del Naviglio. Dal punto di vista tecnico non sembravano acquisti rilevanti, così come quando arrivò Darmian. Eppure tutti questi sono stati di un’importanza enorme in un contesto che, non bisogna mai dimenticare, è complicato dal punto di vista economico del club.

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Bravi Marotta, Ausilio e Baccin ad andare dritti su questi elementi, bravissimo l’allenatore a costruire un’intelaiatura complessa all’interno della quale ognuno si muove in un contesto di squadra. Nell’ultimo mese l’Inter si è ritrovata ma non è ancora abbastanza: il lavoro non è concluso. Non è il momento dei facili trionfalismi, ma del pragmatismo. Bisogna restare umili, famelici, concentrati.

Perché nulla è stato fatto. E i toni tenuti da tutto l’ambiente in queste ore ne è la prova.

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Nel calcio vale sempre tutto ed il suo contrario perché ogni considerazione obtorto collo è sempre influenzata dai risultati. Ecco perché all’interno dovranno essere bravi e non sentire nulla, isolarsi e andare avanti per la propria strada. Nel 2010 un certo Josè Mourinho prima della semifinale di ritorno col Barcellona, sapendo quello che li attendeva al Camp Nou, disse ai giocatori:  

 ‘’Se sarà necessario morire sul campo per arrivare in finale, noi lo faremo per la squadra’’..

 E così fu in un certo senso, perché in effetti reggere in inferiorità numerica per un’ora contro quel Barcellona fu una vera e propria impresa che rese quei giocatori immortali. Mi rendo conto che oggi bisognerebbe pensare prima alla gara col Sassuolo ma onestamente nel mio piccolo faccio davvero fatica.

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