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Niente scudetto, 700 milioni di perdite e tagli netti: la Serie A studia lo stop definitivo

La Gazzetta dello Sport spiega il piano B della Lega di Serie A, che ipotizza la mancata ripresa del campionato

Alessandro De Felice

Dopo la decisione del Governo di non dare il via libera alla ripresa degli allenamenti per gli sport di squadra, la Serie A studia il 'piano B' in attesa di novità per il 18 maggio. L'idea playoff e playout resta la soluzione alternativa più concreta, ma al vaglio della Lega c'è anche l'ipotesi di stop definitivo della stagione.

"Congelare la classifica sarebbe l’opzione più probabile, con due diversi effetti. In entrambi i casi lo scudetto non verrebbe assegnato e l’Europa sarebbe garantita alle prime 6: cambierebbero le retrocessioni. Nel primo verrebbero congelate e la Serie A 2021-22 si aprirebbe a 22 squadre, cioè alle 2 che salirebbero dalla B (che annullerebbe i playoff). Altra ipotesi è la retrocessione delle ultime due e altrettante due promozioni dalla B".

Per quanto riguarda le squadre impegnate in Europa, tra le quali c'è anche l'Inter, in caso di stop anticipato della Serie A anche altri campionati potrebbero fermarsi, con la Uefa che sarebbe costretta a non assegnare i titoli.

Sul tema dei diritti tv, i club sono concordi all'unanimità nel negare sconti o dilazioni a Sky, Dazn e Img, ma in caso di mancata ripresa le cose potrebbero cambiare. Secondo La Gazzetta dello Sport, in quel caso si aprirebbe una trattativa - che si preannuncia lunga e complessa - per rinegoziare termini e cifre. "Sky intanto ha già quantificato le richieste nella lettera inviata alla Lega prima dell’ultima riunione (Dazn ha fatto lo stesso qualche giorno fa): in caso di stop definitivo chiederebbe uno sconto alle società di 255 milioni. Taglio che i club dovrebbero nel caso riconoscere anche agli altri licenziatari per un mancato incasso complessivo di 440 milioni (considerate solo le televisioni). L’impatto sarebbe gigantesco dato che gli introiti tv incidono sui conti dei club per circa il 40%. Gli altri mancati incassi (botteghini, sponsorizzazioni, merchandising, altri proventi) farebbero salire le perdite a oltre 700 milioni. Un danno enorme".

Tra i temi caldi c'è sempre la questione legata al taglio degli stipendi: "Una quota che i presidenti intendono abbattere, a maggior ragione senza ripresa delle competizioni. Il presupposto da cui partono i club è semplice: partite e allenamenti sono le prestazioni lavorative che vengono richieste ai propri dipendenti e se il presupposto venisse disatteso allora tutto va rimesso in discussione. Senza incassi per le società sarebbe impossibile pagare gli ingaggi dei calciatori e il taglio verrebbe quantificato in base alle perdite complessive, come molti club stanno già valutando con i propri tesserati al fine di raggiungere un accordo condiviso".

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