FC Inter 1908
I migliori video scelti dal nostro canale

copertina

Sensi, l’Inter, la Nazionale e quella domanda che tutti si pongono

Getty Images

Il centrocampista brilla in nazionale ma in nerazzurro non trova spazio: e il perché ancora non è chiaro

Marco Astori

Il primo diktat imposto da Antonio Conte dal momento del suo approdo a Milano nell'estate 2019 è stato il pensare prima di tutto al "noi" e lasciare da parte i singoli. Ecco perché, anche nella testa del tifoso, deve contare l'Inter nella sua completezza, non Lukaku, Barella o chicchessia. Nella testa di tutti, però, oltre al momento di forma eccezionale della squadra nerazzurra, reduce da nove vittorie consecutive e solissima in testa alla classifica, resta un piccolo tarlo: quello legato a Stefano Sensi, che brilla con la maglia dell'Italia ma che non trova spazio nell'Inter primatista. E non si riesce a capire il perché.

Quei tre mesi

Perché un anno e passa nell'ombra non può e non riesce a cancellare dalla mente di chi l'Inter la segue quei tre mesi straordinari di fine estate 2019. L'impatto dell'ex Sassuolo sulla Beneamata è stato così determinante da imprimerlo in poco tempo nel cuore di qualsiasi tifoso, incantato da ciò che i piedi del classe '95 erano in grado di creare. Gol, assist, giocate di assoluto livello, 70 minuti di dominio al Camp Nou: tutto questo è ancora lì, bello visibile negli occhi di tutti, andando ben oltre la miriade di infortuni che hanno bersagliato il ragazzo in questo anno e mezzo.

I dati di questa stagione di Sensi sono assolutamente da incubo: solo una presenza da titolare, quella con il Benevento il 30 agosto, poi qualche spezzone da subentrato. E' altresì vero che verso dicembre il centrocampista era diventato una sorta di amuleto da inserire a gara in corso per cambiare carte in tavola: basti pensare alle vittorie contro Cagliari, Napoli e Spezia, arrivate tutte dopo l'ingresso di Sensi. Ma oltre a questo breve periodo brillante, nella stagione 2020/21 del numero 12 nerazzurro, c'è poco o nulla. Anche perché, pare, che non tocchi a lui nemmeno domani contro il Sassuolo, con Brozovic squalificato: nonostante Sensi sia il suo sostituto più naturale.

E quel poco appena citato, ahinoi, è rappresentato dalla Nazionale. Perché Roberto Mancini, che in questi anni non ha mai risparmiato colpi ad effetto in termini di convocazione o di schieramento in campo, non ha alcuna remora nel puntare con decisione su Sensi, nonostante il rendimento nel suo club di appartenenza sia ben al di sotto delle aspettative. Ma anche il ct ha visto quelle giocate e sa cosa può dare il giocatore: quindi perché privarsene soltanto perché all'Inter non gioca?

Ma perché?

Ed è proprio questa la domanda che tutti noi abbiamo in testa: perché Stefano Sensi nell'Inter non gioca? E' chiaro come ormai il centrocampo Conte l'abbia definito: Barella-Brozovic-Eriksen è ormai una filastrocca che tutti hanno imparato a memoria. Però quello che viene da chiedersi è: com'è possibile che addirittura Matias Vecino, entrato nel finale delle gare contro Torino e Bologna, assente dal campo da un anno a questa parte, abbia addirittura superato nelle gerarchie uno che va poi in Nazionale ed è assolutamente determinante? Solo Antonio Conte ha la risposta a questa domanda. E c'è da fidarsi di lui, considerando tutto quello che sta facendo. Certo è, però, che il dispiacere rimane: perché nella testa di tutti, quei tre mesi straordinari di Sensi, resteranno per sempre.

 Getty Images
tutte le notizie di