La doppia zampata è arrivata quando ormai non ci credeva più nessuno. L'Inter negli ultimi 12 minuti ha rimesso in piedi e portato a casa una partita che sembrava maledetta, accompagnata dalle stesse premesse e da un copione che non si era discostato molto da quello visto col Monterrey. In piena supremazia di campo e possesso palla, ma beffata alla prima occasione utile anche dai giapponesi dell'Urawa, ciliegina sulla torta della disfatta di un Mondiale per club che sembrava già ai titoli di coda.

coppe
Inter, il backup propizia la rimonta ma il messaggio di Chivu al club sembra chiaro
Il primo tempo era scivolato via senza guizzi particolari, nonostante un predominio nel possesso ai limiti dell'imbarazzante, seppur sterile. La traversa di Lautaro Martinez è rimasto lampo isolato tra sprazzi di sterile gestione del pallone sulla trequarti avversaria e poche idee su come aggirare la linea difensiva avversaria. Ha faticato l'Inter, anche più del previsto e nonostante il cambio modulo voluto da Chivu. Il rumeno aveva posizionato Lautaro e Zalewski tra le linee, proprio nel tentativo di creare superiorità numerica e sparigliare grazie al loro estro. Non ha funzionato, perché si tratta in ogni caso di giocatori adattati.
Non è detto che non possa tornare di moda, magari quando dal mercato arriveranno rinforzi per corroborare tale idea di gioco. Ma questo non è il momento degli esperimenti e Chivu, che lo aveva sottolineato in conferenza stampa, se ne è ricordato al 45'. Il 3-4-2-1, che in parte è sembrato anche un monito alla dirigenza sulla via da percorrere e per mostrare ciò che effettivamente manca sulla trequarti, ha lasciato spazio al classico 3-5-2 non ha di certo risolto l'atavico problema della mancanza di cinismo, ma ha restituito riferimenti e fiducia in campo.
Un backup indispensabile per tornare all'assalto dell'area avversaria con maggiore convinzione e che ha prodotto i due gol nel finale. E' servito il guizzo del capitano, l'ennesimo al culmine dell'ennesima generosissima prestazione, prima della stoccata di Carboni nel finale. La prima vittoria di Chivu in panchina serve come miccia per innescare il circolo virtuoso che questa squadra deve percorrere per tornare se stessa nello spirito prima di tutto. E' un inizio. Sorriso magari appena abbozzato, sul volto di una Inter che ancora fatica ad archiviare le scorie di certi traumi. Ma potenzialmente prezioso. Il tempo dirà se sarà stato anche linea di cesura col passato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA



