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Mondiale per Club, arriva l’attacco pesantissimo di un ex Real Madrid

Mondiale per Club, arriva l’attacco pesantissimo di un ex Real Madrid - immagine 1
La Fifa esalta il nuovo Mondiale per club che ha preso il via questa notte negli Stati Uniti. Ma non mancano le critiche
Redazione1908

Se da un lato la Fifa esalta il nuovo Mondiale per club che ha preso il via questa notte negli Stati Uniti, un evento che, nell'idea di Gianni Infantino, porterà alla globalizzazione del pallone, dall'altro c'è chi vede in questa nuova competizione solo una "dichiarazione di interessi".

Nel suo editoriale su El Pais, Jorge Valdano sottolinea che "il Mundialito dimostra come il denaro governa, e ci lascia con la percezione che il calcio stia crescendo, ma la sua anima soffre perché le sue radici si stanno indebolendo. Più che una dichiarazione d'intenti, il Mundialito rivela una dichiarazione d'interessi".

L'argentino, ex giocatore del Real, parla di un nuovo ordine globale che si sta costruendo attorno al pallone, "un torneo irregolare perché il divario tra i giganti europei e le squadre che rappresentano gli altri continenti è abissale - scrive - Persino con il Sud America, che prospera con le nazionali perché molti giocatori affinano la loro bravura nelle squadre europee, ma non prospera con i club, dove invece giocano coloro che non hanno il talento per attraversare l'oceano. L'ignoto è il principale motore narrativo di questo circo. Viene da chiedersi: qualcuno ha pensato ai tifosi? Alcune partite sono attraenti e altre sgradevoli, ma non alzatevi dal vostro posto perché alla fine i migliori lotteranno per la gloria, per ciò che chiamiamo reputazione. Così, cadiamo nella trappola emotiva che il calcio sa gestire molto bene".

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Secondo Valdano molte delle 11 città che ospitano il torneo neppure si sono accorte della sua esistenza, ed è molto facile scambiare il campionato per un tour commerciale. "Amiamo il calcio perché è un narratore di storie ineguagliabile, ma questa messa in scena è debole su tutti i fronti", sottolinea.

Valdano ricorda che gli infortuni muscolari sono aumentati del 25% dal 2020. Più una squadra è stanca, meno spettacolo c'è. Il tempo per allenarsi è diminuito, il tempo per riposare è ridotto, il tempo per prendersi cura della propria salute mentale è quasi azzerato.

"Giocare, viaggiare, dare il massimo. Qui sta il grande paradosso del calcio moderno - sottolinea - Una sorta di patto silenzioso che ci rende tutti complici di questa deriva commerciale. Uno scenario di sfruttamento in cui gli sfruttati applaudono. I più sfruttati del sistema sono al tempo stesso i maggiori beneficiari. Giocano 60 o 70 partite all'anno, sopportano voli transoceanici, sessioni pubblicitarie, sforzi fisici e psicologici. Non c'è tregua, ma molti guadagnano più di quanto avrebbero mai potuto sognare. Si lamentano poco perché l'inflazione del sistema si prende cura dei loro privilegi. Nessuno è interessato a rompere l'incantesimo finché lo spettacolo continua a fare soldi. Il Mundialito, come altre invenzioni recenti, è solo un altro capitolo dell'appetito economico che contrappone il calcio a sé stesso. La tragedia è che non ci sono delle chiare vittime che possano far suonare i campanelli d'allarme. I club vogliono più entrate, i giocatori più milioni, e noi tifosi continuiamo a consumare ciò che critichiamo perché il gioco profuma ancora di infanzia. Con la sua corrispondente innocenza".

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Secondo Valdano siamo al punto in cui "il calcio inizia a diventare una simulazione di sé stesso. Il Mundialito non è la radice del problema, ma è l'ultimo riflesso delle contraddizioni che affliggono il calcio. Un torneo a scopo di lucro, dove tutti guadagneranno tranne i tifosi, gli unici disinteressati, sommersi dalle partite, ma sempre con meno emozioni autentiche da celebrare ogni giorno".