editoriale

Lettera di un interista a Sara Errani

La tennista bolognese Sara Errani è salita alla ribalta delle cronache popolari per aver raggiunto la finale dell’ultima edizione del Roland Garros. Impresa sensazionale per tutti gli sportivi italiani e per chi, come me, era davanti alla tv a...

Lorenzo Roca

La tennista bolognese Sara Errani è salita alla ribalta delle cronache popolari per aver raggiunto la finale dell’ultima edizione del Roland Garros. Impresa sensazionale per tutti gli sportivi italiani e per chi, come me, era davanti alla tv a fare un tifo genuino e appassionato per lei, opposta alla algida dea siberiana Maria Sharapova. In compagnia di mia suocera, grande esperta di tennis commentavamo: "Che bel gioco, varietà di colpi, creatività, resistenza, altro che Schiavone...". Insomma una tennista completa e divertente da guardare. Nonostante la netta sconfitta, Errani ha scritto una pagina storica del tennis italiano che verrà sempre ricordata con orgoglio da tutti gli sportivi del Belpaese.

La sopraggiunta celebrità ai massimi livelli l’ha giocoforza catapultata su tutte le prime pagine dei giornali facendo di lei il personaggio (positivo) del momento. Nel calderone c’è anche il settimanale Vanity Fair, al quale Errani pochi giorni fa ha concesso un’intervista, pubblicata poi sul numero attualmente in edicola. Questa intervista ahinoi però si rivela più vanity che fair, allorché la brava Sara rivela: «Il calcio mi piace molto, giocavo anche decisamente bene, e Juve e Milan mi sono sempre state simpatiche, ma non ho mai avuto una squadra del cuore. Detesto l’Inter, questo sì... Uno come Balotelli, per dire, non lo sopporto”.

Un poderoso ace per tutti gli anti-interisti, un tremendo doppio fallo per i numerosissimi sportivi di fede neroazzurra. Come prevedibile, valanghe di proteste e risentimenti si sono pertanto riversate su Errani, per una frase invero molto spiacevole. Ieri poi, tramite un canale social Errani spiega: “Qualche giorno fa ho fatto un servizio con Vanity Fair a Valencia. È dura lavorare con i media, si gioca sempre sulle linee. Basta una mezza parola o una battuta per creare un caso. Chi mi conosce mi riconoscerà in quello che dico. Di sicuro mi tocchera' mandare un messaggio a Mario Balotelli, a cui faccio l'in bocca al lupo insieme a tutta la nazionale impegnata agli Europei di calcio! A tutti gli amici e i colleghi tennisti (i maschi!) credo sia gia' molto chiaro quanto li stimi... Sara".Dopo tutto questo trambusto, alla campionessa Errani vorrei rivolgere un mio pensiero da tifoso di quella società calcistica che lei detesta tanto, guardi non la nomino nemmeno per non farla irritare... Le premetto che è molto più duro lavorare PER i media e non CON essi. Lei non sa quanto mi piacerebbe essere al suo posto, ma purtroppo il mio rovescio era un limite invalicabile per il mio futuro da campione di tennis. Dicevamo… Ah sì lei dice che la stampa monta i casi… Verissimo, lei ha ragione da vendere. Mi riesce però molto difficile pensare che la brava collega di Vanity Fair si sia travestita da Hans Christian Andersen creando ad arte un'attualissima fiaba per i compagni di classe del piccolo Filippo (a proposito, sarà stato promosso o bocciato?).

Piuttosto dovrebbe spiegare a noi interisti perché lei abbia usato il verbo detestare, parola parecchio pesante nonché carica di una radice d’odio profondo e sincero. Se avesse detto “non mi piace l’Inter” se la sarebbe cavata con qualche insultino poco convinto degli ultrà più infervorati. Ma addirittura detestare… A questo punto la cosa m’incuriosisce… da dove deriva tale malcelato livore? Una rivale nerazzurra che la prendeva a pallate in allenamento? Un allenatore interista seguace del sadismo nazionalsocialista che la costringeva ad allenamenti ferocemente massacranti in stile Giucas Casella sui carboni ardenti? Un giudice di linea militante della Curva Nord che le ha fatto perdere qualche incontro? Rimarrò con l’amletico dubbio, ma non è grave... fortunatamente ognuno è libero di esprimere la propria opinione, sia che ciò avvenga in modi garbati sia venga esternato in maniere sguaiate. Il problema si pone quando lei si risente del vespaio creato dalle sue parole dicendo “chi mi conosce mi riconoscerà in quello che dico”. Non ho dubbi su questo assunto.

Il fatto è che, Errani, lei è seguita da milioni di persone e non tutti hanno l’immenso privilegio di conoscerla. Le parole parlano per lei. È l’unico modo per tutti quelli che non la conoscono di saperne di più sul suo conto. Credo sia già un privilegio enorme quello di poter comunicare con così tante persone che la adorano. Molto modestamente mi permetto di suggerirle che lei dovrebbe sfruttare meglio tale privilegio. Seppur recluse nell’ambito sportivo, le sue sono parole un po' fuori luogo che legittimano chi viene tirato in causa a sentirsi libero di risponderle. Mi sembra normale e logico. Lungo il corso di tutta l'intervista lei mi è sembrata pervasa da un'acrimonia latente, da una collera inespressa, da una rabbia sottotraccia. Anche quel “mi toccherà mandare un messaggio a Balotelli”, a un povero lettore di medio-bassa intelligenza e rovescio da migliorare come me, non denota propriamente una voglia pazzesca e irrefrenabile di digitare un sms al centravanti azzurro. Tantopiù che è stata lei a tirarlo in ballo con quel "per dire". Poteva dire un altro... che so Vampeta, Zavarov o Ganz. No, le è venuto in mente proprio Balotelli.

Tuttavia, sappia che noi non la odiamo né la detestiamo, ci mancherebbe altro. Anzi. Ci limiteremo solo a “detestare” molto meno le sue avversarie facendo, perché no, il tifo per loro. Non se ne abbia a male ad esempio se da qualche giorno Maria Sharapova ci è diventata simpaticissima…

Un suo ex tifoso

Twitter: @Lorinc74