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Sul Corriere della Sera di oggi, intervista all'ex medico dell'Inter Piero Volpi, che parla della grande quantità di infortuni occorsi quest'anno negli sport professionistici: «Sono campioni, certo. Ma sono anche macchine superstressate che rischiano di spaccarsi. Lo sport del professionismo estremizzato, coccolato dai soldi degli introiti commerciali, sta conoscendo un rovescio della medaglia sempre meno accattivante: quello in cui l’atleta fa crac. Si parte dalla Nba, perché il campionato professionistico americano di basket ha vissuto nel giro di due settimane i gravi incidenti di Danilo Gallinari (rotti i legamenti crociati anteriori del ginocchio sinistro) e di Kobe Bryant (saltato il tendine d’Achille sinistro), ma non si può non sfociare nel calcio, dove l’esempio-icona è l’Inter: già trenta infortuni nell’annata (ricadute incluse) e ora otto giocatori ai box, tra i quali Cassano, Milito, Palacio, Stankovic e quel Nagatomo che si è bloccato di nuovo nel giorno del rientro. Dice Volpi: «In realtà è necessario estendere il discorso a tutte le discipline d’alto livello: il fenomeno è diffuso e ha due spiegazioni cardinali, l’esasperazione dei calendari e la ‘fisicità’ spaventosa che oggi si insegue». Per spiegarsi, Volpi invita a un confronto: «Prendete una foto della grande Inter dell’epoca e una della squadra di oggi: vedrete due ‘popolazioni’ differenti. Stessa cosa se, nel nuoto, paragonate Mark Spitz con Michael Phelps. Lo sport moderno è fondato sull’erogazione della potenza massimale: ma quando si esagera...». Quando si esagera, dovrebbe scattare una valvola di autolimitazione.Però il problema-calendari esiste. Il logorio fisico è inevitabile («L’autunno è il periodo dell’ecatombe, mancando il recupero e una buona preparazione»), ma i guai diventano anche morali e umani. Come se ne viene a capo? «Insegnando nei vivai la tecnica e la resistenza, cioè la corsa, e non la cultura della forza fisica» dice Volpi, che vorrebbe smontare i tanti Big Jim che vede in circolazione. Il campione che fa crac ha, in definitiva, un costo economico folle per i bilanci dei club: «Diventanocome auto di lusso che non puoi usare, ma che devi mantenere».
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