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Zanetti: “Mou tornerà , sarò io ‘uomo forte’. Clan asado? Cazzate! Mazzarri…”

Il settimanale Oggi, ha incontrato il capitano dell’Inter, Javier Zanetti, fermo ai box dopo l’operazione al tendine. Nell’intervista si affrontano varie tematiche sia calcistiche che personali. Ecco quanto raccolto da...

Alessandro De Felice

Il settimanale Oggi, ha incontrato il capitano dell'Inter, Javier Zanetti, fermo ai box dopo l'operazione al tendine. Nell'intervista si affrontano varie tematiche sia calcistiche che personali. Ecco quanto raccolto da fcinter1908.it.Innanzitutto si parte dal nuovo Mister, Walter Mazzarri: "Sembra antipatico? E però tu devi vederli da dentro, per giudicare. Lui è uno che ci tiene, è “tifoso” del proprio lavoro e quindi della squadra che allena. E poi è il mister che ha fatto meglio di tutti negli ultimi anni".Ma dopo tanto tempo sui campi, come si fa a sopportare il riposo forzato? "In famiglia. Le prime tre settimane, col gesso, non potevo muovermi: i miei tre bimbi si sono trasformati in infermieri. Sol (la primogenita, otto anni, ndr) mi faceva il tè e mi portava l’iPad. Tomas (l’ultimo arrivato, un anno, ndr) mi accarezzava il gesso e Nacho (5 anni, ndr) cercava di romperlo: forse vuole che il suo papà resti bloccato per mesi, ma io ho altri progetti. Paula si limita a sopportarmi".Ma nel momento dell'infortunio qual è stato il primo pensiero di Zanetti? Quello relativo alla pensione? "Non scherziamo. Avevo capito che era saltato il tendine d’Achille: un dolore così poteva essere solo quello. Ma il primo pensiero è stato un calcolo: “Se mi opero stasera forse per fine anno sono di nuovo in campo”. Ora spero di far prima: a metà ottobre sarò pronto".Tante le dimostrazioni d'affetto per il Capitano, tutte attese?: "No e, nel dramma, è stato un piacere immenso. Gli interisti li conoscevo già: sono sopra a tutti. I milanisti, gli juventini, i tifosi dell’Udinese mi hanno commosso. E mi è piaciuto il gesto di Tuttosport (quotidiano sportivo molto vicino alla Juve, ndr): ha “aperto” una pagina per permettere a tutti di mandarmi un pensiero. L'sms che mi ha stupito più di tutti Me l’ha spedito David Beckham. Ci ho giocato contro più volte, ma non è un mio amico. “Stai tranquillo, ho avuto il tuo stesso infortunio, ritornerai più forte di prima”, mi ha scritto. E poi, come sempre, quello di José Mourinho: uno dei primissimi a farsi sentire. Con José non ci potrà mai essere un distacco, lui è ancora parte di noi e lo sarà sempre. Io credo che tornerà, un giorno: dubito, però, che sarò in campo. Andrò avanti anche due, anche tre anni, se il fisico regge. Ho letto che Stanley Matthews ha vinto il Pallone d’oro a 41 anni: se non ci fosse Messi, potrei farci un pensierino anch’io (ride, ndr)".Ma tra Messi e Maradona chi preferisce? "Per quello che sta facendo, e soprattutto da quanto lo sta facendo, Messi ha superato Diego: Leo è il più grande di ogni tempo".Si parla anche dell'avversario più difficile da marcare e del più rompiscatole: "Te ne dico due. Ryan Giggs e il Kakà del Milan: devastante. Loro i più difficili, mentre Salvatore Aronica (ora al Palermo, pupillo proprio di Mazzarri, ndr), sempre esagitato: ma è la sua maniera di vivere il match, poi si calma".Si passa anche a parlare di compagni del passato come Taribo West nominato "il più simpatico in assoluto" e Kovacic di cui il Capitano dice: "Tolto Ronaldo, che però è arrivato più “vecchio” (a 21 anni, ndr), è il più forte che abbia mai visto. Promette tanto, è esploso in un anno difficilissimo, ha qualità enormi: ora deve confermarsi, crescere. Ma non ne ho visti troppi, di giovani. Prima prendevamo giocatori già fatti, ora si punta sui ragazzi: mi piace, come filosofia".Tanti allenatori anche sulla sua strada ma chi è stato il peggiore? "Diciamo che non ho legato con Tardelli", spiega in maniera secca Zanetti.Si parla anche di attualità con Balotelli: "Mario ha un carattere particolare e capisco che ai tifosi avversari non piaccia. Fischiarlo va bene, ma i buu sono razzismo puro e vanno puniti".Un pensiero poi va ad un altro milanista, del quale sarebbe voluto essere compagno: "Paolo Maldini, ma era una bandiera: non ci ho neanche provato, a convincerlo".Dal Milan si torna poi a parlare dell'Inter: "Per l’Inter faccio anche la tribuna. L’importante è tornare a giocare. La stanza da dirigente già pronta? È una cazzata. Come quella del patto dell’asado, secondo cui noi argentini comandiamo nello spogliatoio e in società. Io posso dare un parere a Moratti, ma chi pensa che io influenzi le sue scelte sopravvaluta me e sottovaluta il presidente". Quando smetterò mi piacerà essere il dirigente di raccordo tra la squadra e il presidente, quello che voi giornalisti amate chiamare “l’uomo forte”. Come Galliani? "No, no, certi paragoni non si fanno neanche per scherzo (ride n.d.r.)".

 

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