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Quella parola, retrocessione, è difficile da prendere in considerazione, ma al momento è reale e gli interisti devono conviverci. Quella parola l'ha sentita nella sua vita da nerazzurro pure Walter Zenga. La Gazzetta dello Sport lo ha intervistato e così sono spuntati fuori quegli anni: "Era la mia ultima stagione all'Inter, quella del '93-'94, abbiamo vinto la Coppa Uefa, ma abbiamo chiuso il campionato ad un punto dalla zona retrocessione. Se fossi certo che l'Inter riuscisse a vincere la Champions potrei pure augurarglielo...".
Roba da cuori forti: "In Coppa è diverso perché sai che per novanta minuti devi battere quella squadra. La corsa a tappe diventa un tormento quando hai giocatori abituati a lottare per il primato e che invece si ritrovano in fondo", spiega l'Uomo Ragno.
Da Dubai l'allenatore ha seguito l'Inter e si è dato qualche spiegazione: "Nella partita contro la Juve i sessantamila chiesti da Mourinho sembravano juventini. Antonio Conte è riuscito a creare la giusta chimica, c'è una grande determinazione, la squadra forma un blocco unico insieme ai tifosi. L'Inter non ha giocato male, meritavamo di chiudere il primo tempo in parità, ma non c'è più la ferocia dei tempi di Mou, allora si vinceva le partite in nove perché Sneijder ed Eto'o facevano i terzini", continua Walterone.
Una delle cause del crollo nerazzurro potrebbe essere cercata nel mercato che non è andato proprio come ci si aspettava: "Se compri Pazzini, Ranocchia, Coutinho, Alvarez, Castaignos, Poli, Nagatomo vuol dire che intendi rinnovare la rosa con giovani in gamba. Ma poi è difficile fare subito un buon mix con gli anziani ed è ancora più difficile vendere quei campioni, non più giovani, che ti hanno fatto vincere. E poi c'è il fattore continuità, prendiamo ad esempio i derby, gli ultimi sono stati giocati con quattro allenatori diversi. La Juve ha scelto Conte, juventinità allo stato puro dopo una serie di tecnici e questo ha portato ad armonia e unità. Lo stesso clima che Mourinho era riuscito a portare alla Pinetina e che adesso Ranieri deve cercare di ricostruire", aggiunge.
"Come sta andando a me? Stesso avvio problematico: un pari e due sconfitte, ma la prima è solo a sei punti, se rientrano gli infortunati ci riprendiamo. Pure l'Inter in questa fase sembra un ospedale e adesso si è fermato pure Maicon. Siamo alla legge di Murphy: se una cosa può andar male lo farà", conclude l'ex portiere interista. E adesso all'Inter tocca controvertire qualsiasi legge. Per forza.
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