Quanto hanno influito i trascorsi tra Inter e Parma?
“Sono andato via da casa molto presto. A quindici anni. Ho vissuto gli anni dell’Inter lontano dai miei affetti. La mia ragazza mi segue ancora adesso dopo dieci anni. Sicuramente dopo l’infortunio ho imparato a conoscere il mio corpo al cento percento. È stata una sfortuna ma anche una fortuna. L’Inter mi ha aiutato molto. A Parma sono entrato nel mondo dei grandi, mi sono allenato con gente di Serie A. Allenarti con gente del genere ti aiuta tanto. Il fatto di andare in prestito dopo un infortunio mi ha aiutato a ritrovare fiducia in me. A Francavilla ho passato sei mesi un po’ così, poi Messina e Trieste mi hanno aiutato a migliorare e completarmi”.
Il suo modello?
“Da piccolo è sempre stato Van Basten. Poi allenandomi tanto con Icardi è sempre stato il mio punto di riferimento”.
Sogno per il futuro? Provo ad immaginare, la maglia nerazzurra…
“Sono interista. Nella carriera di un calciatore non si sa mai. Si può tornare ovunque. Nella vita ci sono tanti alti e bassi, ne ho vissuto tanti. Ma oggi preferisco non pensare più di tanto al futuro”.
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