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Lunga intervista concessa da Spillo Altobelli a La Gazzetta dello Sport. L'ex bomber nerazzurro ha affrontato diversi temi, partendo da un'analisi sulla stagione appena conclusa.
Altobelli, Marotta ha ribadito che la stagione nerazzurra è positiva nonostante sia finita senza alcun trofeo in bacheca, dal campionato alla Champions. Lei cosa ne pensa?
«La mia premessa è questa: abbiamo perso tutto e siamo rimasti con le mani in mano, è vero, ma non parlerei di fallimento totale. Semmai di un insieme di delusioni da cui ripartire».
La più grande qual è stata?
«Di sicuro il campionato. Il punto con cui il Napoli è finito davanti ancora brucia. L’Inter ha perso per strada dozzine di punti fondamentali. Penso alle partite contro Parma, Monza, Lazio, Juventus, Fiorentina e i due scontri diretti contro Conte. Avremmo meritato di vincere».
La Champions si è conclusa con un’umiliazione storica: 5-0 in finale contro il Psg.
«Restano le imprese contro Bayern Monaco e Barcellona, ma sì, perdere in quel mondo è stata una mazzata. Anche se ci tengo a dire una cosa: se l’Inter avesse giocato anche solo un mese prima, magari tra marzo e aprile, i mesi delle grandi prove contro i tedeschi e i blaugrana, forse sarebbe finita diversamente. Ma è un mio pensiero».
La stanchezza ha pesato, quindi?
«Senza dubbio. Basta vedere le partite giocate al Mondiale per Club. Non solo dall’Inter, ma anche dagli altri club europei. I giocatori non ne avevano più, erano stanchi e spompati. Lasciamo stare questa competizione poi, le società hanno bisogno di incassare e quindi giocano soprattutto per quello. Detto ciò, l’Inter ha bisogno di rifondare».
Il primo indiziato a dire arrivederci è Calhanoglu, tentato dal Galatasaray.
«È stato il Rodri della situazione per diversi anni, ha giocato due finali di Champions, ha vinto lo scudetto della stella da protagonista vero e sarà ricordato, ma pare abbia fatto la sua scelta».
Il sogno dell’Inter è Ederson, che ne pensa?
«Un giocatore valido, all’Atalanta ha fatto molto bene, ma i due fenomeni dell’Inter sono Ausilio e Marotta. Conoscono tutti i giocatori, di sicuro faranno la scelta giusta».
Ai suoi tempi come sarebbe stata gestita la situazione legata a Calhanoglu e a Lautaro?
«Avremmo tenuto nascosta la cosa per tutto l’anno. Non sarebbe mai uscita dallo spogliatoio. Ma ho apprezzato la scelta dell’Inter: ha comunicato in modo chiaro il tutto».
Ora l’obiettivo quale sarà?
«Dimostrarsi competitivi da subito. Per questo sono per la linea giovane. Al Mondiale si sono messi tutti in mostra: Sucic, Carboni, Pio Esposito. Ecco, lui sì che mi piace parecchio».
Cosa la convince di lui?
«La personalità, il coraggio e il fisico da corazziere. Ha dimostrato di poter stare a questo livello e di essere competitivo. Il gol contro il River è stato da centravanti vero. Può crescere ancora di più».
Di chi non si priverebbe mai?
«Lautaro, Thuram, Dimarco, Bastoni e Sommer. Ecco, lui è davvero un fenomeno. Ma il più importante di tutti resta capitan Lautaro, l'anima della squadra. Negli Stati Uniti è stato il migliore».
In cosa è il numero uno?
«Nel fatto che è sempre l'ultimo a mollare. In America ha segnato due gol, col Fluminense ha colpito un palo e ha dato la scossa alla partita. Dà l'esempio in ogni partita. Resta il cuore dell'Inter».
Rifondazione, dicevamo cos'è che serve adesso per riuscire a cancellare questa stagione?
«Investimenti. Fin qui l'Inter ha speso parecchio per assicurare al nuovo allenatore una rosa competitiva. Sucic, Luis Henrique, il riscatto di Zalewski e ora Bonny, una punta che può legare con tutti gli altri lì davanti. Inoltre, tenere Esposito è una scelta giusta e in linea con ciò che dicevamo. Bisogna far giocare i giovani e dargli spazio».
Chivu è l'allenatore giusto?
«Diamogli tempo per dimostrare le sue qualità. L'anno scorso ha preso un Parma in difficoltà e l'ha salvato a modo suo, fermando anche qualche big, tra cui i nerazzurri. Ciò che ho visto negli Stati Uniti mi è piaciuto, ho fiducia in lui».
Dove si può migliorare questa Inter?
«Ruota tutto intorno all'addio di Calhanoglu. Uno così è tosto da trovare, ma Marotta e Ausilio sono tra i migliori nel pescare i giocatori giusti».
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