"Unicamente quella di facilitare la guarigione di una patologia pregressa. Non vedo e non voglio assolutamente intravedere un secondo fine".
A lei è capitato di bendare i suoi giocatori?
"Ne avevo due che lo facevano regolarmente per esito di distorsioni al polso. I portieri poi lo fanno sempre, visto che sono soliti sollecitare quella parte del corpo e sono sottoposti a numerosi traumi ai polsi. Certe volte può accadere che il bendaggio si mantenga anche una volta risolto il problema, ma lo riferisco sempre a una patologia di quella zona".
Nessun retropensiero dunque.
"Assolutamente no. Anche perché, diciamolo chiaramente, gli accessi venosi sono tantissimi. Se qualcuno avesse qualcosa da nascondere, perché dovrebbe utilizzare il polso o la mano mostrando poi un bendaggio tanto evidente quando potrebbe farlo tranquillamente in aree del corpo meno visibili? E soprattutto, una volta utilizzato quell’accesso venoso, come accade nei prelievi. dopo mezz'ora la protezione non serve più. Stiamo parlando di club e federazioni con protocolli rigidissimi, più logico ricondurre tutto a una questione di scaramanzia che a qualcosa che abbia a che fare con l’accesso venoso. Lo dico sul serio, io penso più a un giocatore scaramantico perché ha segnato con una benda e quindi voglia mantenerla anche dopo la patologia che a un’iniezione per via endovenosa".
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