Alessandro Bastoni è stato l'ospite dell'ultima puntata del BSMT di Gianluca Gazzoli
Alessandro Bastoni è stato l'ospite dell'ultima puntata del BSMT di Gianluca Gazzoli. Tanti gli argomenti toccati dal difensore nerazzurro. “È una grande responsabilità, rappresenti tifosi di tutto il mondo. Giochi in una squadra dove il pareggio non è contemplato, devi sempre chiaramente giocare per la vittoria. E poi, quando arriva il momento del derby, diventa tutto magico, è la responsabilità forse più grande che abbiamo”.
"Il derby? La stragrande maggioranza delle volte si gioca per qualcosa di importante. Ci è capitato ultimamente di giocare per il passaggio del turno in Coppa Italia, per il passaggio del turno in Champions. Poco meno di un anno fa vincevamo lo scudetto in casa del Milan, quindi a maggior ragione in quei casi diventa ancora più bello, più stimolante. Con il derby tu hai la responsabilità degli umori di un sacco di persone, la settimana successiva dipende dal risultato di quella partita, assolutamente sì, però è una cosa che gasa".
L'Inter? “Io l'ho saputo l'anno prima di andare in prestito a Parma. In un autogrill, mi sono incontrato con il mio procuratore, che mi ha detto: "Ascolta, cosa vuoi fare? Vuoi andare all'Inter?". E niente, non ho esitato, gli ho detto subito di sì. Poi ovviamente da lì a sapere che sarei diventato un giocatore dell’Inter non l’avrei mai detto in così poco tempo. All’Atalanta non giocavo praticamente mai, poi ho fatto un buon campionato al Parma e dopo arriva Conte. C’erano tanti giocatori forti, Skriniar, De Vrij, Godin e io pensavo: "Ma dove vado io?".
Gli ho chiesto di andare in prestito, gliel’ho chiesto 50 volte di andare via, ma lui non ne ha voluto sapere, ha voluto tenermi a tutti i coti. E da ottobre mi ha messo dentro. Lui è un appassionato di calcio, sono convinto che abbia visto tutte le mie partite al Parma. Ha visto delle qualità che all'Inter mancavano, ero l'unico mancino. Sapeva che dall'inizio non ero pronto, però poi ha visto che avevo delle potenzialità e ha avuto il coraggio di buttarmi dentro”.