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Benitez: “Inter matura, una cosa mi ha impressionato a Monaco. Ma attenzione al ritorno”

Benitez: “Inter matura, una cosa mi ha impressionato a Monaco. Ma attenzione al ritorno” - immagine 1
Della grande partita dell'Inter a Monaco ha parlato, intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico nerazzurro
Andrea Della Sala Redattore 

Della grande partita dell'Inter a Monaco ha parlato, intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex tecnico nerazzurro Rafa Benitez:

Una gara così si può racchiudere in una parola, Benitez?

«Certo che sì, perché ci sono successi che sono storici o che possono diventarli. Dipende dall’evoluzione della stagione».


Si può fare, adesso.

«Tenendo però presente che contro avversari del genere, non valendo più il doppio il gol in trasferta, bisogna fare attenzione. E questo Inzaghi lo sa benissimo».

Cosa l’ha impressionata dell’Inter?

«La maturità con cui ha interpretato la gara, la bellezza di certe giocate - penso al primo gol - e la rabbia, la ferocia con cui ha saputo cogliere le imperfezioni del Bayern - e rivedo il secondo gol, in contropiede - senza mai aver avuto paura di crederci».

È stato un finale per uomini forti...

«L’Inter è una grande squadra. Dopo il pareggio di Thomas Müller, altri si sarebbero orientati al controllo del risultato. Loro no, hanno afferrato l’occasione per partire a campo aperto. E lo hanno fatto perché hanno un organico che sa superare i problemi fisici che pure ci sono perché mancavano Dimarco, Dumfries, Zielinski e Taremi. Ma la qualità è straordinaria».

Benitez: “Inter matura, una cosa mi ha impressionato a Monaco. Ma attenzione al ritorno”- immagine 2

Squadra che sa pure soffrire.

«Nel primo tempo, nella fase più dura, quella del palo di Kane, l’Inter è rimasta tranquilla, con le proprie idee e non ha mai avuto fretta nelle giocate, evitando di forzarle. Ha chiuso come doveva su Olise e Sané, lo ha fatto con i tre difensori bravissimi, tutti, ma anche con i due esterni che si sono sacrificati. Al Bayern non sono stati concessi spazi tra le linee».

E poi il morso di Lautaro.

«In un’azione di enorme padronanza tecnica, con la genialata di Thuram e poi sublimata con l’esterno di Martinez. Quando hai loro in questa forma, è come se partissi da 1-0 per te. Ma l’Inter è altro, bisogna aggiungere le letture di Barella e di Mkhitaryan, o anche la saggezza di Calhanoglu: dentro una vittoria del genere, non può essere escluso nessuno. E poi il cinismo, la strategia curata in ogni dettaglio nella preparazione della sfida di Inzaghi».

E adesso che partita bisognerà aspettarsi a San Siro, dove lei sarà in tribuna?

«L’Inter ha impressionato anche per altro: la semplicità con cui palleggiava dal basso, potendo anche approfittare dell’assenza di intensità nel pressing del Bayern. Penso che quella sia stata una scelta di Kompany che Inzaghi s’aspettasse. A Sommer, per dirne una, è stato permesso di trovare sempre l’appoggio giusto».

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È un particolare pure quello.

«Quando il Bayern premeva, l’Inter riusciva a superare la prima pressione e creava situazioni di due contro due con i centrali, alle cui spalle si poteva andare: Lautaro che si è buttato dentro già primo dello 0-1 ha annusato l’aria. I campioni intuiscono le giocate. E però dietro c’è un lavoro e quello appartiene ad Inzaghi».

Diceva: va ancora giocata, non si festeggia nulla.

«Il Bayern non si arrenderà e l’Inter non si concederà la tentazione di sospettare d’avere la semifinale in tasca».

Il pericolo da mettere in preventivo?

«Il Bayern lo è sempre, a prescindere. Olise e Sané o anche Kane o Kimmich. Però la risposta dell’Inter c’è già stata: Lautaro, Barella, Thuram, ma pure Carlos Augusto. Se la testa dell’Inter manderà gli stessi messaggi dell’altra sera alle gambe....».