Sei mesi all’Inter, si è sentito poco amato nel post Mourinho?
«Ma no, all’Inter ci sono stato poco e comunque ho vinto due titoli: Mondiale per Club e Supercoppa. Ho avuto buoni rapporti quasi con tutti e molto di più di quello che si racconta, ancora oggi sento qualche calciatore. Ero e resto convinto del fatto che al mio arrivo c’erano giocatori ultratrentenni e che quindi c’era bisogno di uno svecchiamento. Poi, non tutti possiamo avere le stesse idee. La mia esperienza mi dice che ero nel giusto».
Vede la squadra di Inzaghi stanca?
«Sono convinto che giocare la Champions in assoluto sia allenante, ma inevitabilmente nel lungo ti sottrae energie mentali. L’Inter ha pagato ma adesso si azzera tutto. C’è il Barcellona che dev’essere la gara più importante, in cui l’Inter darà tutto quello che ha. E c’è il campionato dove man mano che si andrà avanti conteranno soprattutto i dettagli. E la mentalità. Non è più una questione di rosa più lunga o più corta. Arriverà al titolo la squadra che dimostrerà di avere i nervi più saldi. L’Inter è una squadra molto forte, ma non sarà importante chi gioca e chi no. Servirà maturità se si dovesse arrivare allo spareggio».
Chi gioca meglio, il Napoli o l’Inter?
«Due squadre diverse, il Napoli ha una difesa d’acciaio, l’Inter ha una proposta offensiva molto varia, non è un caso che abbia fatto tantissimi gol in più della squadra di Conte. Anche questo è un aspetto importante nel testa a testa finale, e i nerazzurri stanno messi meglio».
Inzaghi e Conte, chi le somiglia di più?
«Ciascuno di noi ha la sua impronta, non saprei. Inzaghi ha fatto il suo percorso, molto importante, con calma. Piano piano e senza fare rumore. Mai una polemica, persona misurata, solida. La sua squadra in campo trasmette questo. Conte è diverso: ha vinto più titoli, è un uomo che si alimenta della tensione. Trae energie positive dal suo modo di essere. Sta sul pezzo con una carica emotiva enorme».
L’uomo in più per questa volata scudetto?
«Lautaro per l’Inter e Lukaku per il Napoli. Se il belga continuerà a mantenere lo stato di forma attuale, sposta gli equilibri. Del Toro cosa si può dire di più: attaccante completo, testa di ferro. Anche i due registi sono giocatori di alto livello: Lobotka e Calhanoglu, testa e visione a tutto campo».
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