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Benitez: “Inter-Barça, ecco che gara mi aspetto. Solo Inzaghi può sapere…”

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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Rafa Benitez è tornato sulla gara dell'Inter a Barcellona e ha detto la sua sulla lotta scudetto
Gianni Pampinella Redattore 

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Rafa Benitez è tornato sulla gara dell'Inter a Barcellona e ha detto la sua sulla lotta scudetto. "Le due semifinali di andata sono state gare di altissimo livello e anche nel ritorno non ci verrà fatto mancare nulla. Ci sarà strategia, certo, ma il talento dei calciatori avrà il sopravvento, la indirizzeranno loro. Non è semplice immaginare chi, ma ci sarà l’imbarazzo della scelta".

Come se l'aspetta la notte di San Siro tra tre giorni?

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"Uguale o assai simile a quella del Montjuic, perché la natura dell’una e dell’altra non la alteri da una settimana all’altra. Ti porti dentro ciò che sei, come ti sei costruito questo percorso luminoso in Champions. Certo, senza Lautaro, semmai non dovesse farcela a recuperare, Inzaghi perderà tanto ma, se ci fate caso, anche martedì scorso Martinez non c’è stato nel secondo tempo e le occasioni non sono mancate. E’ chiaro che se dovesse esserci, il potenziale offensivo resterebbe terrificante. Ma le alternative non mancano e la cultura resta invariata».


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Tecnicamente, si va verso l’applicazione di copioni già noti ed esibiti in una gara per cuori forti, come può esserlo un 3-3.

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«L’Inter ha saputo aggirare il Barcellona, prendendolo a campo largo. Ha avuto solidità e presenza nell’area di rigore avversaria, ha fatto sentire la forza dei muscoli e dei centimetri, attraverso schemi sperimentati su palle inattive ma pure sulle giocate. E poi le ripartenze, tante, che hanno lasciato il segno, che potrebbero anche aver inciso dopo, a mentre fredda. Le transizioni sono state una forza, lateralmente e pure centralmente».

Impossibile parlare di vantaggi.

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«Il fattore campo potrebbe esserlo, ma sino ad un certo punto: il Barça ha con sé l’abitudine a giocare in ambienti roventi, non si lascia condizionare, procede con la sua logica, il palleggio prolungato, la ricerca della profondità, la capacità di poter contare su ragazzi che non hanno soltanto coraggio ma piedi buonissimi e tanto cervello. E’ in forma, l’ha sottolineato in Coppa del Re con il Real, anche se poi con l’Inter ha dato l’impressione, nel finale, di aver avvertito i supplementari».

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Sarà vietato fare calcoli sia per l’Inter che per il Barcellona.

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«Non rientra nel modo di concepire le partite né di Inzaghi e né di Flick, lo dice il 3-3 dell’andata e lo dice il percorso di entrambi. Ma sarà pure sconsigliabile buttarsi avanti, lasciando spazi scoperti. Il Barcellona in questo forse tende ad essere più spavaldo. Ma dell’Inter fa paura la statura, in termini fisici e anche caratteriali: Dumfries l’ha cambiata, ci ha aggiunto del suo; e avere Thuram o non averlo non è poi la stessa cosa, come si è visto.

Con la “distrazione” del campionato, stasera, che può avere una funzione.

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«Le grandi squadre non si turbano, semmai è dal punto di vista fisico che c’è il rischio di rimetterci qualcosa. Pensavamo tutti, me compreso, sino a dieci giorni fa, che l’Inter avesse la possibilità di prendersi il Triplete: il campo ci ha detto altro e non c’è da farne drammi. In questo momento, il Napoli ha lo scudetto in mano: ci ha creduto sempre, non si è mai lasciato staccare seriamente e in due gare è riuscito a sorpassare i campioni d’Italia. Il calendario dà un buon aiuto e Conte sa come si blindano certe posizioni».

Oggi il Napoli va a Lecce e l’Inter aspetta il Verona.

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«Solo Inzaghi può sapere quanto abbiano speso i suoi ragazzi e quanto possa ancora ottenere da loro in queste due gare ravvicinatissime. E’ chiaro che adesso la gara più importante è diventata quella con il Barcellona di martedì, ma non ho mai conosciuto nessuno che molli di un millimetro un obiettivo. Il Napoli sa che deve gestire questo vantaggio, che resta minimo e però anche sufficiente per riuscire a farcela».

(Gazzetta dello Sport)