Oggi sono le due capolista di Bundesliga e A.
"Non appaia come un dettaglio, anche se in Germania ormai il titolo può dirsi assegnato, mentre lo scudetto è un affare a tre. Non so quanto possa incidere questa situazione, né se la sfida di domenica a Bergamo possa costituire una fatica: lo dirà il campo".
La sosta toglie o aggiunge?
"I grandi club hanno grandi calciatori, costretti a spostamenti, a viaggi in aereo, a cambi di fuso orario, di alimentazione. Siamo in regime di equità, la differenza la faranno altre cose".
La prima?
"Gli infortuni. L’Inter deve recuperare i suoi uomini più rappresentativi, Dimarco su tutti, ma anche Darmian e Zalewski, che sarebbero opzioni di livello. Non farà in tempo a ritrovare Zielinski, e quindi nelle rotazioni perderà un calciatore che ha piede, esperienza, intelligenza. Poi capire come stiano Thuram e De Vrji. Ma si gioca tra circa un mese".
Gli organici a confronto che sensazione le lasciano?
"Di super-potenza, tecnica e fisica. Poi chiunque può avere le proprie preferenze: ma tra Kane e Lautaro ballano circa 500 gol, con vantaggio netto per l’inglese, che però ha quattro anni in più sulle spalle. Kane, incredibile ma vero e anche ingiusto, non ha mai vinto nulla; Lautaro, meritatamente, si è preso scudetti, Coppa America, trofei vari e Mondiale: ma come fai a dire chi pesi più dell’altro in quei 180’? Sono due mostri".
Il Bayern è una macchina da gol.
"Ma l’Inter in Champions ha subito soltanto due reti, una delle quali in una gara sotto controllo".
Altra differenza, la continuità tattica.
"Inzaghi è alla quarta stagione, la squadra ha i suoi tratti somatici, gioca come lui vuole e dà soddisfazioni. Kompany è appena arrivato e sta facendo bene, ha cancellato la delusione del Bayern dell’anno scorso, perché finire terzi e a 18 punti dal Leverkusen e alle spalle dello Stoccarda non può aver fatto piacere ad una società così gloriosa. Ma sono stati bravi a non farsi travolgere dalla amarezza e, visti i risultati, hanno scelto bene".
Un uomo simbolo per parte.
"Scelta complicatissima ma sto al gioco: Kimmich rappresenta appieno il Bayern, sa fare tutto, può fare tutto, è la bandiera ed ormai è il leader. Ma la lista dei giocatori di livello mondiale è ricchissima. E il discorso vale anche per l’Inter, che ha in Calhanoglu il suo elemento più autorevole. Kimmich e Calha mi danno l’impressione di due giganti, uno scontro tra cervelli".
Sarebbe semplicistico ridurre Bayern-Inter in una etichetta: attacco contro difesa.
"E non lo faremo, consapevoli della maturità di entrambe. Ci sono manovre che hanno sviluppi consolidati e di livello, organizzazioni che si fondano su un equilibrio notevole. Siamo al cospetto di una supersfida europea".
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