Intervistato da Repubblica, Nicola Berti ha voluto ricordare Ernesto Pellegrini. L'ex presidente dell'Inter è deceduto nella mattinata di ieri a 84 anni. "Quasi sette anni insieme. Una persona straordinaria, con cui non ho perso i contatti neanche dopo che cedette l’Inter a Moratti. Ogni tanto riuscivamo ancora a vederci ed era bello ricordare i nostri tanti momenti felici assieme. Sono a Monaco di Baviera, ho appena visto Jürgen Klinsmann, anche lui distrutto. Pellegrini sapeva farsi ben volere da tutti e non solo perché era il presidente. Ma perché era una persona amabile, sincera, generosa".


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Berti: “Pellegrini sincero e generoso, i giocatori lo amavano. Gli consigliai di prendere…”
Lei, con Matthäus e Brehme, fu il grande acquisto del campionato 1988/89.
—«Ero giovane, 21 anni, avevo fatto tre bei campionati alla Fiorentina, tra l’altro segnando un gol proprio all’Inter. Quella squadra fu indimenticabile, e se posso permettermi il mio contributo non riguardò solo me stesso».
Si spieghi meglio.
«Ad affiancare Serena in attacco ci sarebbe dovuto essere Madjer, algerino che l’anno prima aveva deciso la Coppa dei Campioni segnando in finale un gol di tacco. Ma non passò le visite. Io spinsi per Diaz, che giocava con me a Firenze. Pellegrini era uno che sapeva ascoltare, di calcio ne capiva, e mi diede retta, e Diaz formò una coppia perfetta con Serena».
Qual era il rimpianto di Pellegrini?
—«La Coppa dei Campioni: dopo lo scudetto uscimmo al primo turno, fu l’unica partecipazione. Con la formula attuale saremmo stati in Champions ogni anno».
(Repubblica)
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