Intervistato da La Gazzetta dello Sport, lo storico numero uno ha parlato della finale e dei portieri di Inter e Psg
La finale di Champions tra il Psg e l'Inter potrebbe essere decisa anche dai portieri. Da una parte Donnarumma, dall'altra Sommer: entrambi hanno vissuto una grandissima stagione. Chi meglio di Buffon, intervistato da La Gazzetta dello Sport, può parlare dei due numeri uno?
«Se guardiamo alla stagione, Donnarumma e Sommer sono stati i numeri uno d’Europa. Forse Gigio il migliore in assoluto, ma Sommer ha dato una continuità impressionante al suo rendimento altissimo. Sarà anche una finale di portieri».
Donnarumma ha finalmente conquistato i francesi. Così difficile farsi amare a Parigi?
«Per niente. Ho giocato un anno nel Psg e dalla gente ho avuto affetto e stima forse superiori a quanto ricevuto in Italia. Con i giornalisti è un po’ diverso: si dà per scontato che tutti gli altri tornei siano vinti e l’obiettivo del Psg sia la Champions. Se non va bene, qualche penna diventa un po’ velenosa...».
Amico, fratello maggiore e quasi sponsor di Donnarumma, in fondo un rivale anche se lei stava per chiudere. Non era scontato.
«Ma essere sportivi è questo. Non mi piacciono le domande tipo “sei più forte tu o Zoff?”,”tu o Peruzzi?”. Proprio non mi interessa: ognuno ha la sua storia e io sono orgoglioso della mia, penso di essere stato serio e professionale. Mi fanno un po’ pena quei giocatori che ogni tanto si proclamano “i più forti”. Preferisco riconoscere il talento, a chiunque appartenga».
Donnarumma è il suo erede?
«Senza ombra di dubbio. Ed è un ragazzo d’oro, che sa rispondere alle domande. Umile ma con giusta autostima: non puoi comandare l’area se non ce l’hai».
Differenze tra Donnarumma e Sommer?
«Fisicamente sono agli opposti, quindi caratteristiche diverse, ma simili nella reattività. E questo è un gran merito di Gigio: non c’erano dubbi che Sommer fosse reattivo, ma un cristone di quasi due metri...».
Con Donnarumma e Sommer al vertice qualcuno ha detto: è la rivincita dei portieri che parano, non quelli bravi con i piedi.
«Un luogo comune, un discorso stucchevole. Gigio e Sommer con i piedi sono bravi. Certo, un dieci per cento dei portieri merita 9 con i piedi, sa fare un lancione preciso di cento metri e ha visione, ma io preferisco un portiere che con i piedi merita 7 e mezzo ma in porta è decisivo. Lo ricordi per le parate, non per un assist. E poi guardi l’albo d’oro della Champions negli ultimi dieci/quindici anni...».
«Che praticamente hanno vinto sempre portieri forti in porta».
Sommer in porta ci sa fare.
«Sommer in porta è straordinario e l’Inter negli ultimi due anni ha avuto un valore aggiunto. Le sue parate valgono una stagione, non soltanto quelle con il Barcellona. E comunque: oggi i centravanti non vanno più a pressare il portiere perché gli allenatori sanno che arriva lo scarico sul centrocampista e si trovano in inferiorità. Anche se questo aumenta qualche tempo morto e non mi piace».
Dal 1° giugno cambia la regola: otto secondi e poi angolo per chi attacca.
«Spero sia applicata bene. Io penso di essere l’unico portiere a cui hanno fischiato punizione indiretta in area per aver tenuto la palla otto secondi invece di sei. Ero negli allievi nazionali e volevo mangiarmi l’arbitro, confesso».