Tradotto: grazie, ma non se ne fa niente.
«L'ho spiegato a Thiago Motta, per me un grande allenatore. Quando si era fatta viva l'Atalanta, avevo deciso di rimanere al Toro dopo un giro di consultazioni (sorride, ndr) con familiari, amici, conoscenti. Quando si è fatta viva la Juventus ho deciso da solo...».
Meno tre al traguardo della stagione, più tre sull'Inter. Ci siamo?
«No, un passo alla volta».
Quando avete capito di poter duellare fino all'ultimo colpo?
«Napoli-Inter, 1-1: segna Billing, pareggiamo sul finale una partita giocata alla pari, se non meglio. "Allora siamo forti", ci siamo detti tra di noi».
Conte ti entra nella testa e ti migliora: va così?
«Va così. Io credo di essere migliorato nella gestione della palla sotto pressione, nel dialogare con i compagni, nel guadagnare metri: ma, prima, bisogna saper difendere, guai a dimenticarselo».
Scherzi del calendario, la spinta decisiva per il titolo potrebbe arrivare dai suoi ex compagni: domenica pomeriggio c'è Toro-Inter.
«Scherzi del destino, possono farmi un bel regalo...».
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