Cabrini: “Non è soltanto colpa di Spalletti. Blocco interista? Non mi sembra corretto…”

Intervistato dal Corriere della Sera, Antonio Cabrini ha commentato la scelta della Figc di voltare pagina esonerando Luciano Spalletti. "Più che altro mi ha stupito la modalità con cui è maturata".

Ovvero?

«Forse eravamo prigionieri di un vecchio modo di pensare per cui esistono nazionali abbordabili. Qualcuno pensava che la Norvegia fosse Haaland e dieci giocatori normali, invece anche gli altri elementi militano in campionati di livello».

La stanchezza del nucleo interista ha inciso?

«Non mi sembra corretto gettare la croce addosso a un gruppo. La sconfitta con la Norvegia non è un caso isolato come qualcuno vuol far passare. Mi pare che i problemi del calcio italiano partano da lontano, non da venerdì. Ci sono bambini di dieci anni che non hanno mai visto l’Italia al Mondiale. Cercherei altrove le cause della crisi».

Dove?

«Intanto i rapporti storicamente non idilliaci fra Lega e Federazione hanno inciso perché il calcio non ha lavorato in maniera compatta sulla soluzione dei problemi. Poi punterei l’indice sui club che hanno preferito affidarsi a stranieri, che hanno costi minori, già a partire dai settori giovanili. E i nostri ragazzi restano in panchina. Ciononostante abbiamo vinto lo scorso anno l’Europeo con l’Under 17».

È diminuito il talento?

«Nelle scuole calcio ci sono allenatori e non istruttori, a cui spetta il compito di insegnare le basi. Si insegna la tattica, ma non la tecnica. E anche laddove ci fosse il talento non c’è l’humus ideale per farlo crescere».

Ha una ricetta?

«Ne parlo spesso con il mio amico Cesare Prandelli: i club dovrebbero mettere a disposizione della federazione i propri giovani più promettenti da raggruppare in una sorta di Nazionale da far giocare nella Lega Pro. In settimana i ragazzi si allenerebbero ciascuno con la squadra di riferimento, la domenica, invece di scaldare le panchine, giocherebbero insieme».

Con l’addio a Spalletti la Nazionale risolverà i problemi?

«Non è mica solo colpa sua. Direi che la responsabilità di questi risultati scadenti è di molte persone ancora ancorate a una vecchia mentalità».

Va ricercata tra chi guida il movimento federale?

«Certamente è a monte. Se è corretto il modo di pensare per cui un allenatore non incide per una percentuale superiore al 25%, dove ricerchiamo gli altri colpevoli? Tutto il sistema deve essere cambiato. Stiamo parlando pur sempre di un tecnico che due anni fa ha vinto uno scudetto».

Ora vedrebbe bene Ranieri sulla panchina azzurra?

«Non vorrei addentrarmi in certi discorsi».

Al successore di Spalletti quale consiglio dà?

«Di farsi il segno della croce. Sarebbe clamoroso se fallissimo per la terza volta la qualificazione al Mondiale. Poveri bambini, meno male che si consolano con il tennis».

(Corriere della Sera)