Oggi il croato dirigerà il primo allenamento. Su quale aspetto dovrà mettere subito le mani?
«Io alla squadra parlerei in maniera molto schietta, una cosa del tipo: “Mi avete fatto venire qui, adesso aiutiamoci”. Questo per dire che è il momento di togliere la maschera, e che occorre remare tutti dalla stessa parte: l’allenatore, da solo, non può risolvere tutti i problemi di una squadra, specialmente se ha poco tempo a disposizione. Ecco, la cosa importante sulla quale Tudor dovrà concentrarsi, a mio avviso, è di riportare ordine, magari senza pretendere di imporre il suo calcio ideale subito: la Juventus ha bisogno di normalizzazione, si arriva da mesi di confusione, troppa. Ruoli poco chiari in campo, attaccanti che fanno i terzini, capitani che cambiano da una partita all’altra...».
E a che conclusione è arrivato Capello?
«Puntare su Motta è stata una scelta soppesata, valutata con attenzione da Giuntoli e da tutto il club. Però poi vanno capite tutte le altre scelte: la Juventus ha speso parecchio per rivoluzionare quasi tutta la rosa, i giocatori arrivati in estate sono stati individuati insieme a Motta? Erano funzionali alle sue idee di gioco? Quando si arriva a un esonero sono dell’idea che tutti debbano fare mea culpa, dirigenti compresi».
Torniamo a Tudor: quali sono i giocatori da rilanciare in questi mesi da tecnico della Juve?
«Vlahovic innanzitutto. È un uomo d’area, un attaccante che vive per il gol, deve giocare e ritrovare fiducia. E poi Yildiz, ha grande talento e personalità».
Ipotizziamo che Tudor conduca i bianconeri in Champions: sarebbe l’uomo giusto per guidare la Juve anche l’anno prossimo?
«Stiamo a vedere, poi ci sarà da capire se a incidere sarà davvero l’allenatore o se la Juve si sveglierà “solo” per la reazione dei giocatori».
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