E questa che valore ha?
«Può essere decisiva solo in caso di ulteriore rallentamento. Conte ha le conoscenze per indirizzare il finale come può. Se non sbaglio, dopo andrà a Bologna, poi giocherà un finale in discesa. Ha perso Kvara, ma ritrova Neres. Si può fare».
In termini di percentuale, come la metterebbe?
«45 per cento all’Inter, 40 al Napoli, il 15 per cento all’Atalanta che deve colmare un buco più grosso e dall’ultima di campionato rischia di uscire con il morale ammaccato. Ma a me Gasp piace, dà un gioco e una personalità alla sua squadra. In una giornata si possono accorciare le distanze e tornare tutti nel mischione. Però se il Napoli si avvicina a Inzaghi, diventa durissima per i nerazzurri».
C’è l’ombra dello spareggio?
«Che sarebbe un finale insolito. Ora dico una cosa un po’ campata in aria ma neanche poi tanto: il campionato finisce il 25 maggio, dunque eventualmente che si debba andare allo scontro diretto lo sapremo solo quel giorno. La finale di Champions è in programma il 31, a Monaco, e mettiamo il caso che l’Inter ci arrivi: immaginatevi un po’ che splendida tensione si vivrebbe, che atmosfera».
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