“È stata una trattativa complicata, ma siamo estremamente soddisfatti perché abbiamo portato a casa un allenatore di livello mondiale, tra i migliori al mondo, con un palmarès importante e la capacità di ottenere il massimo anche da rose che non sono necessariamente composte da top player. Non ha ancora vinto la Champions League, ma ha raggiunto due finali in tre anni, un risultato che parla da solo. A rendere il processo più lungo e complesso è stato, innanzitutto, il fatto che volesse riflettere bene sulla decisione, perché era molto legato all’Inter. Inoltre, c’erano questioni di tempistiche: aveva la finale di Champions da preparare e, giustamente, ci ha chiesto di rimandare qualsiasi decisione a dopo quell’impegno. Non è stato comunque un iter lungo. Vorrei ringraziare il presidente, che si è speso in prima persona ed ha lavorato duramente per chiudere questo grande colpo. Per noi, Simone Inzaghi è sempre stato la prima scelta. Ci ha colpito positivamente anche il livello degli allenatori che si sono proposti: tecnici di caratura internazionale, che avremmo valutato seriamente se non fossimo riusciti a portare Inzaghi”.
Inzaghi è preoccupato per i tempi stretti di adattamento in vista di una competizione impegnativa come il Mondiale per Club?
“Assolutamente no, non è preoccupato, anzi è entusiasta. Però bisogna essere realistici: non possiamo aspettarci una squadra perfetta al 100% con un tecnico appena arrivato e che ha avuto pochissime sedute per lavorare sul gruppo. È assurdo che il campionato finisca e i giocatori debbano subito partire per le nazionali, in alcuni casi addirittura per amichevoli, anche se nel nostro caso la maggior parte delle gare erano comunque importanti. È un contesto complicato per prepararsi, ma abbiamo una rosa e un gruppo che hanno già dimostrato di poter vincere. Siamo molto motivati per questa competizione”.
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