Dove i nerazzurri possono mettere in difficoltà il Barcellona?
«Innanzitutto l’Inter deve andare a Barcellona senza paura ed entrare in campo con la consapevolezza di essere una grande squadra, conscia del fatto di trovarsi di fronte un’avversaria che, comunque vada, ti fa giocare poco. Il possesso del pallone e le iniziative saranno quasi tutte ad appannaggio dei catalani. Se i nerazzurri sapranno essere compatti, possono poi avere la chance di creare occasioni per far gol. Ad esempio giocando in verticale e lanciando in profondità Thuram, l’Inter può mettere in seria difficoltà i centrali del Barça. Inoltre sugli esterni con Dumfries e Dimarco Inzaghi può far molto male al Barça».
Chi vede come spauracchio principale per la squadra nerazzurra?
«Più che un singolo nome il grande pericolo è il sistema Barcellona, visto che loro hanno sempre giocato così in tutte le epoche tranne i primi 2-3 anni del post Xavi-Iniesta dove faticavano un po’ a livello tecnico. Adesso invece hanno di nuovo elementi come Pedri, che alzano il livello e la qualità della manovra. Soprattutto non ti fanno giocare grazie al loro pressing asfissiante a tutto campo. Ti attaccano in otto e sanno tenere a lungo palla: diventa spesso frustrante affrontarli. Certe sere la palla contro il Barça non la prendi mai, ma non bisogna farsi prendere dall’ansia e aspettare il momento giusto. Dietro, infatti, 2-3 occasioni le concedono sempre agli avversari: per questo l’Inter deve essere brava ad attendere l’occasione propizia per colpire senza scoprirsi troppo, altrimenti i catalani ti fanno male».
Verissimo anche se Lamine Yamal sembra fuori categoria…
«In questo momento è il giocatore più forte e decisivo al mondo. Sinceramente non ricordo a livello internazionale un giocatore di 17 anni così devastante e decisivo. Yamal sta facendo cose straordinarie e può diventare ancora più forte. Una precocità incredibile che gli sta permettendo di frantumare tutti i record. La speranza che è la testa accompagni sempre il talento: se così sarà, Lamine entrerà nel gotha dei vari Maradona, Baggio, Messi e Ronaldo».
Lei è stato un grande terzino sinistro: in giro per l’Europa in pochi possono contare su uno bravo come Dimarco.
«Mi piace tanto. Il 3-5-2 è il modulo perfetto per lui; perché permette di spingere potendo contare alle spalle su un altro giocatore che aiuta nella fase difensiva. Questa libertà offensiva esalta Federico, che è il terzino con il piede sinistro migliore d’Europa. Dimarco mette la palla, dove vuole: segna e sa innescare le punte, oltre a essere molto pericoloso sui calci piazzati. Lo conosco da anni e negli ultimi 2-3 ha avuto un’evoluzione mentale grandissima. Dimarco interpreta il ruolo alla vecchia maniera: va sul fondo e mette dei cross tagliati e pericolosi, a differenza di molti suoi colleghi che fanno solo girare palla e non incidono. Si vede che Fede si sente leader e importante per l’Inter: il fatto di essere poi tifoso della squadra per cui gioca è un valore in più che lo aiuta a rendere al meglio».
A Milano non si parla d’altro: è meglio vincere 2 trofei (Coppa Italia e Supercoppa Italiana) come potrebbe accadere al Milan in un’annata deludente o lottare su tutti i fronti chiudendo però con zero titoli?
«L’aver giocato a Barcellona mi ha fatto acquisire la mentalità che conta giocare bene e fare una stagione importante, da protagonisti, a costo di rischiare di restare col cerino in mano. Capisco che però in Italia a parole vorremmo giocare bene, ma poi siamo schiavi dei risultati e se non vinci finiscono tutti in discussione…».
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