Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista di Inter e Liverpool Coutinho ha parlato della sfida di stasera

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Coutinho: “Chivu è un leader, non mi stupisce: è prontissimo. Luis Henrique? Finalmente…”
Coutinho, cosa le viene in mente ripensando alle due squadre?
«Penso al tempo passato e alle emozioni vissute. Sono stati due club molto importanti per la mia carriera, due vette che non tutti riescono a toccare. Ho imparato molto all’Inter, dove ho dovuto fare i conti con le caratteristiche del calcio italiano: c’erano marcature molto dure, da voi da brasiliano ho scoperto l’importanza della tattica. Ma nella mia formazione è stato importantissimo anche il Liverpool, dove c’era maggiore intensità di gioco e velocità. Per me è stato un onore, in tutti e due i casi».
Quale partite le sono rimaste dentro?
«All’Inter non dimenticherò quando ho segnato il mio primo gol contro la Fiorentina che ha aiutato a garantirci il posto in Champions per l’anno successivo. E con il Liverpool ricordo una tripletta contro lo Spartak Mosca in Champions: che notte unica!».
Come vede le squadre oggi rispetto ad allora?
«I due club hanno una mentalità vincente: possono passare proprietà, giocatori, allenatori, ma il Dna rimane. Quando sono arrivato all’Inter la squadra era campione di tutto e ho potuto aggiungere il Mondiale per club. Ora, nonostante i cambi di proprietà, da tempo il club ha ripreso la sua forza. Le due finali di Champions non sono un caso, ha un’ossatura di squadra fortissima. Il Liverpool, invece, viene da una stagione straordinaria, ma in Premier non puoi dare niente di scontato. Conteranno solo i 90’, non come le squadre ci sono arrivate. Hanno caratteristiche diverse, ma sono più simile di quanto si possa pensare. Entrambe attaccano molto bene gli spazi e sfruttano gli errori altrui: una disattenzione può essere fatale, vince chi sbaglia di meno».
Lei Chivu lo conosce per esperienza diretta: stupito del suo successo?
«Siamo stati compagni, c’era stima e un ottimo rapporto. Faccio il tifo per lui: spesso si dice che un giocatore è un leader, ma Cristian lo era davvero. La sua presenza nello spogliatoio era importantissima. Si è preparato per assumere la guida del club, iniziando dal settore giovanile: per questo non ci si può stupire, è prontissimo e se la sta cavando alla grande».
Ci sono due brasiliani, un mancino e un destro, che adesso all’Inter si contendono il posto.
«Carlos Augusto conosceva l’ambiente e l’Italia, Luis Henrique si sta adattando un po’ alla volta e finalmente raccoglie ciò che merita: sono giocatori di altissimo livello e, da brasiliano, tifo perché abbiano successo. E in campo c’è una star brasiliana anche nel Liverpool: Alisson resta uno dei migliori».
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