Qual è la cosa che le piace di più di Fabregas?
«Tutto. Empatia, umanità, carisma. Basta un minuto di allenamento con lui per capire che è un tecnico fortissimo».
Ora che è nel “giro”, quali colleghi di centrocampo le piacciono di più?
«Reijnders e Barella in Serie A. E, all’estero, Valverde del Real. Sa fare tutto: è veloce, ha grinta, segna».
E rispetto alla sua “prima vita”?
«Cristiano Ronaldo. Per come è, per come lavora e perché è portoghese come mio padre».
Arrivò al Como dal Nizza dove non aveva spazio con Lucien Favre.
«È stata un’altra bella intuizione del direttore generale Ludi. Come di recente Paz e Diao, solo per citarne due. Qui c’è un progetto magnifico, dove i giovani possono giocare, prendere minuti, confidenza. Insomma crescere».
Ma prima la salvezza. Il calendario è buono.
«Sì, a prima vista, ma non è vero. Non è la strada giusta pensare così. Dobbiamo concentrarci sul lavoro e prendere punti. Ma non sarà facile, siamo tutti molto vicini».
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