Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Dino Baggio ripercorre le tappe più importanti della sua carriera. L'ex giocatore ricorda il suo passaggio dalla Juve all'Inter. "La Juve la prestò all’Inter per avere Trapattoni? Così pare anche se a me non l’ha mai detto nessuno. La Juve mi comprò dal Toro, feci la presentazione e partii per le vacanze. Pochi giorni dopo mi chiamò Boniperti per dirmi che sarei andato un anno in prestito all’Inter. E alla presentazione in nerazzurro fui fischiato dai tifosi".
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Dino Baggio: “Gesto dei soldi in Parma-Juve? Lo rifarei, il sistema era marcio. Da quel giorno…”
Era titolare in Nazionale, perché andò via dalla Juve?
—«Perché cambiò la dirigenza. Furono Giraudo e Bettega a decidere, prima ancora che arrivasse Moggi. Poi fu lui a venire in America durante il Mondiale per trovare un accordo. Io non volevo andare via, stavo benissimo, ma Moggi mi disse che non poteva fare più nulla. Avevo avuto problemi a un ginocchio e forse alla Juve non si aspettavano che potessi fare quel Mondiale strepitoso. Magari si pentirono. Comunque al Parma ho vissuto sette anni meravigliosi, lì ho ancora tanti amici».
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Gennaio 2000, Parma-Juve, rosso per fallo su Zambrotta e squalifica per il famoso gesto dei soldi nei confronti dell’arbitro Farina. Pentito?
—«No, lo rifarei. Non ce l’avevo con Farina, con cui mi sono chiarito poco prima che morisse. Ce l’avevo con un sistema marcio. E la pagai cara: ero titolare fisso in Nazionale e non fui più chiamato. Mai più. Il presidente federale Nizzola mi disse che era una sospensione temporanea, ma fu definitiva. Zoff era un padre per me, mi faceva giocare anche con una gamba rotta, ma non poté più convocarmi. Avevo fatto arrabbiare qualcuno».
(Gazzetta dello Sport)
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