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Fontana: “Martinez non provi a stupire. Onana neanche regalato, non lo sopportavo perché…”

Daniele Vitiello Redattore/inviato 
Il pensiero dell'ex portiere nerazzurro sullo spagnolo che prenderà il posto di Sommer e non solo

Alberto Fontana sa cosa significa fare il dodicesimo all'Inter e doversi far trovare pronto. Proprio a ridosso di una gara con il Feyenoord, tra l'altro. Capitò anche a lui nel 2002, quando a stagione in corso fu chiamato a prendere il posto di Toldo. Ne ha parlato alla Gazzetta dello Sport: "Noi eravamo favoriti ma non sottovalutammo il Feyenoord: eravamo in corsa sia in campionato che in Coppa Uefa e perdemmo l'andata a causa di un autogol. Un risultato bugiardo in una serata gelida perché l'Inter meritava almeno il pareggio. Al ritorno però non giocai: appena atterrato a Rotterdam mi comunicarono un imprevisto familiare e tornai subito indietro".

A Martinez, alla prima in A solo a febbraio inoltrato, cosa consiglia?

"Il ruolo del portiere è già difficile di suo, lui deve entrare con l'idea di fare cose semplici. Non bisogna stupire la gente con effetti speciali. Il portiere stupisce tutti quando fa bene le cose facili".

Lei il dodicesimo lo ha fatto per parecchio tempo...

"Sì, ma rispetto a Martinez la mia situazione era molto diversa: io ero a fine carriera, feci una scelta di vita perché ero curioso di conoscere il mondo delle grandi. Avevo già 36 anni, sapevo benissimo che non avrei giocato. Ma Josep è un grande investimento, l'Inter lo ha pagato molto e lo considera per il futuro. Non giocare a quell'età però non aiuta, anche se è vero che ormai anche partecipare al 100% agli allenamenti aiuta. Certo, è più facile fare il dodicesimo a 36 anni rispetto a 26".

Come portiere le piace?

"Ha fatto benissimo in Serie B ma molto bene anche in A. È logico che il salto da Genova a Milano sia abissale, ma in 7 mesi se ne sarà reso conto. Entrare all'Inter non è facile, ma negli ultimi due anni ha giocato".

Fin qui però ha giocato pochissimo.

"Il concetto di dodicesimo che c'era tanti anni fa ormai non esiste più: una squadra deve avere la riserva praticamente al livello del titolare, le partite sono tante e gli imprevisti - come l'infortunio di Sommer - pure. Se Martinez abbia convinto o meno lo sa solo chi lo vede tutti i giorni, ma adesso ha una grande occasione".