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fcinter1908 news interviste Ganz: “Io, primo acquisto dell’era Moratti all’Inter. Che brividi quel coro!”

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Ganz: “Io, primo acquisto dell’era Moratti all’Inter. Che brividi quel coro!”

Ganz: “Io, primo acquisto dell’era Moratti all’Inter. Che brividi quel coro!” - immagine 1
L'ex attaccante ricorda alcuni passaggi della sua avventura in nerazzurro, prima del trasferimento al Milan
Fabio Alampi Redattore 

Maurizio Ganz, ex attaccante dell'Inter, nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport ha ricordato alcuni passaggi della sua esperienza in nerazzurro: "Un orgoglio che fatico a descrivere. El segna semper lü: per me, ci pensa? Fu tutto ideato dall'Inter club Rho. Ogni volta i brividi. Credo che quella dimostrazione d'affetto e di stima sia un messaggio bellissimo per tutti i ragazzi: io ero fisicamente piccolino, giocavo in un'epoca piena di grandi campioni, ma mi sono ritagliato il mio spazio. Se ci credi, salta fuori qualcosa di meraviglioso".

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Poi, però, lei passò dall’Inter al Milan.

"Fu un bel casino. Nell'Inter c'erano Ronaldo, Zamorano, Recoba più Moriero e Djorkaeff. Io preferii andare via. Mi volevano il Milan e il Lecce. Scelsi i rossoneri. Alla terza gara con la nuova maglia c'è il derby di Coppa Italia: vinciamo 5-0. Io gioco titolare e segno il secondo gol. I tifosi del Milan cantano: “risegna semper lü”".

Tredici squadre diverse: come mai?

"Quattordici: c'è anche la Nazionale, anche se solo da riserva. Non lo so perché, ma tutte mi hanno lasciato qualcosa e ovunque c'è un momento da ricordare. Alla Sampdoria l'esordio tra i professionisti, a Monza il debutto in B, a Parma la prima promozione, a Brescia fui capocannoniere in B, all'Atalanta convinsi Sacchi a convocarmi in azzurro. Fui il primo acquisto dell'era Moratti all'Inter. Al Milan vinsi l'unico scudetto. All'Ancona un'altra promozione. A Venezia firmai la prima rete degli anni Duemila, il 5 gennaio nell'anticipo contro la Lazio. Alla Pro Vercelli, segnando nella penultima partita della carriera, ho raggiunto quota 170 gol nei campionati".

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C'è spazio per un rimpianto?

"Tre. Il primo quando nacque mio figlio Simone Andrea. Ero in ritiro con la Nazionale per preparare la sfida con l'Estonia. Monica mi avvisò che stava per partorire. Dissi al massaggiatore Bozzetti di chiedere a Sacchi il permesso di scappare da lei, specificando che ci sarei andato in ogni caso. Sbagliai, perché le stesse cose le avrei dovute dire direttamente al c.t., che poi me la fece pagare non facendomi mai debuttare. Avevo 24 anni, avrebbe potuto parlarmi e magari rimproverarmi, invece da quel momento Sacchi non mi considerò più. Il secondo rimpianto è il grave infortunio al ginocchio ai tempi dell'Atalanta: non ho mai recuperato in pieno. Il terzo rimpianto è la traversa al 108' di Inter-Schalke con un bellissimo pallonetto al volo e Lehmann che sta a guardare: perdemmo la finale di Coppa Uefa ai rigori a San Siro".