Simon Kjaer, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, torna su quel maledetto momento vissuto in campo con la maglia della Danimarca:

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Kjaer: “Se Eriksen non ce l’avesse fatta, avrei smesso. E qualche giorno fa è capitato che…”
Che cosa è cambiato il 12 giugno 2021, il giorno dell’arresto cardiaco di Eriksen all’Europeo?
"Tutto. Se Christian se ne fosse andato, non avrei più giocato. Ho capito che il calcio è il calcio, la vita è la vita. Il calcio è lavoro e passione, la vita è un’altra cosa".
Il pensiero torna tutti i giorni?
"No, non ci ripenso, ma qualche giorno fa mi è successa una cosa. Durante una partita di mio figlio, un ragazzo si è fratturato il polso e l’ambulanza è entrata in campo. Mi sono sentito strano. Però, finché Christian starà bene, io starò bene. Mi hanno spiegato che, in un trauma, alcune cose le ricordi, altre no. Su quel campo eravamo in 40 e tutti insieme abbiamo ricordato quelle ore. Io ora non so quali ricordi siano miei e quali no".
Come se in quel cerchio intorno a Christian si fosse sviluppata la memoria di un’unica persona?
"Sì. I compagni mi hanno detto che se non fossimo stati abbracciati, alcuni sarebbero corsi via. Qualcuno guardava, altri no".
Mai rivisto le immagini?
"No. Al massimo qualche frammento dai social".
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