L'arbitro Fabio Maresca si è concesso in una lunga intervista a Il Messaggero, in vista dell'inizio della stagione sportiva 2025/2026:

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Maresca: “Parlare dopo il Var? Temo accento napoletano. Mai chiesto di non arbitrare il Napoli”
Maresca, innanzitutto come sta?
«Abbastanza bene, grazie. Sono nella fase riabilitativa dopo un intervento chirurgico. Torno in autunno».
Novità tecniche la gestione della disciplina e dei cartellini, il doppio tocco su calcio di rigore, il calcio d’angolo per la squadra avversaria se il portiere trattiene il pallone per più di 8 secondi: serve altro per limitare le perdite di tempo?
«Più di tutto è importante la proattività di noi arbitri e la collaborazione di giocatori e panchine per avere partite più godibili e un maggiore tempo effettivo di gioco».
Contribuisce a rasserenare poter comunicare allo stadio le decisioni dopo le revisioni Var?
«È stato sperimentato al Mondiale per club e le prime giornate di campionato ci diranno che tipo di impatto avrà nei nostri stadi. L’augurio è che tutto il processo sia fruibile al meglio per chi sta sugli spalti e chi a casa, dove può vedere più volte. Al Mondiale le spiegazioni erano tutte in inglese, da noi saranno in italiano e nel mio caso l’unico timore è che si senta troppo l’accento napoletano».
È giusto parlare subito dopo le gare, come invocano in tanti, o può diventare un boomerang?
«Ho avuto l’esperienza di intervenire poche ore dopo una gara in diretta alla Domenica Sportiva: avevo arbitrato Verona-Sassuolo alle 12.30 (3 marzo 2024). Idea interessante, ma potrebbe anche diventare un boomerang. In quella occasione c’è stato un contesto ideale, la fortuna ha voluto che in campo le cose siano andate bene. Faccio fatica a pensare che un arbitro possa parlare dopo un big match in situazioni grigie o poco chiare».
È vera la storia che non vuole arbitrare il Napoli?
«Mai chiesto, sono a disposizione».
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