Segue ancora l’Inter?
«Certo, tra campo e panchina nel settore giovanile ci sono rimasto vent’anni. Mi piace il gruppo degli italiani, da Bastoni a Dimarco. Il più forte però è Barella e sa cosa le dico? È da Pallone d’oro».
Il suo rimpianto più grande?
«Non essermi laureato in Economia e Commercio. Cioè, non mi sono manco iscritto, all’epoca era a numero chiuso. Però l’economia è sempre stata la mia passione. Posso definirmi un broker di me stesso. Anche oggi dedico 4-5 ore al giorno all’analisi in Borsa. Ho le giornate impegnatissime. Vivo a Lodi, dove sono nato. Sono l’amministratore dell’azienda agricola di famiglia. Passo il tempo con i miei due nipoti, Achille e Giulio, di dieci e otto anni. Insieme andiamo a pescare, giocano anche loro a calcio. E poi suono la chitarra per liberarmi dallo stress».
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