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Gli inizi, i dolori, la forza di continuare e di scegliere un destino. In occasione dell'uscita del suo libro "La mia vita sempre al centro", Henrikh Mkhitaryan, centrocampista dell'Inter, si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni di DAZN, tra famiglia, Inter e futuro. Ecco le sue parole:
Mio padre è ancora con me ogni giorno, nei miei pensieri. Sono grato per aver avuto un padre così, anche se l'ho vissuto per poco. Sono orgoglioso di essere suo figlio, tanti in Armenia me ne parlano ancora benissimo. Non ha avuto il tempo di darmi quell'amore e quella vita che voleva darmi, ma cercherò di farlo io con i miei figli. Mia madre e mia sorella mi sono state accanto in tutta la vita e la carriera, siamo molto uniti e sono grato loro. Mio padre è stato il mio esempio per diventare calciatore, nonostante non mi abbia mai spinto a farlo. Ho deciso di prendere la sua strada e di giocare a calcio.
All'Inter i giovani stanno facendo benissimo e ci stanno aiutando molto. Questa è una grande cosa, dobbiamo aiutarci tutti a vicenda. Sono focalizzati su ciò che devono fare. Ci sono cose di Chivu molto interessanti, nel modo di allenare, di parlare. I suoi allenamenti sono molto divertenti. Un aggettivo per lui? Direi molto attento nei piccoli dettagli, che fanno la differenza in partita.
Si vive meglio a Roma o Milano? In entrambe, si vive in modo diverso. A Roma forse sono più passionali, qui a Milano più sereni. Sono due cose bellissime. A Roma ho vissuto anni bellissimi, ma anche qui a Milano. Sono felice di essere venuto a giocare in Italia. Sono sicuro che ci sia anche la Roma per lo scudetto: sono molto forti, giocano con sacrificio. Conoscendo Gasperini, sono convinto che lotteranno anche loro.
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