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(Gianlucadimarzio.com)
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Intervistato da Gianlucadimarzio.com, Martin Montoya ha parlato di Inter-Barcellona ed è tornato sulla sua breve esperienza in nerazzurro. "Mi aspetto una partita tesa e con meno gol dell’andata. Penso si possa decidere ai supplementari. L’Inter lascerà il pallone al Barcellona, difenderà in blocco – cosa che fa molto bene – e poi proverà a lanciare in contropiede le frecce, Dumfries e Thuram. L’arma segreta? Penso possa essere Lautaro, il goleador: è tra i più forti al mondo nel suo ruolo".
"Dall’altra parte c’è un Barcellona molto giovane, che con Flick ha mantenuto la storica filosofia del club. Giocano molto bene con la palla e, quando la perdono, pressano forte e provano a recuperarla in pochi secondi. L’idea è la stessa che negli anni è passata dai tempi di Guardiola a Luis Enrique fino a oggi”.
“L’Inter è stata un’opportunità che ho voluto cogliere al volo. La dirigenza mi ha voluto, ma gli allenatori – prima Mazzarri poi Mancini – non hanno avuto fiducia in me. Non ho rimpianti, ma di certo mi è dispiaciuto per com’è andata: volevo vincere con l’Inter. O sicuramente dare di più: non ho avuto occasioni per dimostrare il mio valore. In squadra mi ero adattato bene: c’erano tanti sudamericani e si parlava spagnolo".
"E poi Milano è una bellissima città: nel tempo libero passeggiavo in centro con mia moglie o andavamo sul Lago di Como. Ma ho sofferto il salto dallo stile di gioco del Barcellona a quello tattico e difensivo della Serie A. Allora il club era in un periodo di ricostruzione. Ora è un’Inter diversa, con dimensione da big mondiale e una filosofia chiara dettata da un allenatore forte come Inzaghi. San Siro? L’atmosfera è spettacolare: ci ho giocato sia con l’Inter sia da ospite con in Champions, contro il Milan. I tifosi ti fanno volare, ti danno energia quando non ne hai più: l’Inter giocherà in dodici".
(Gianlucadimarzio.com)
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