Rispetto ad Istanbul si arriva pero da favoriti…
—«Si ma non ci si deve fidare di questo, tutte le finali sono imprevedibili. Poi quando parli di Inter sai sempre che può capitare di tutto. Non esistono missioni impossibili, e neppure facili».
Per i Moratti, si sa, la Champions League o se preferisce la Coppa dei Campioni è sempre stato un affare di famiglia, visto l'albo d'oro dove compare il suo nome e per due volte quello del suo papà Angelo…
—«Arrivare ad un appuntamento come la finale di Champions League è un motivo di grande orgoglio. Aggiungiamo il fatto che questa volta l'Inter arriva sino in fondo dopo aver eliminato Bayern Monaco e Barcellona, e questo dà certamente più valore e prestigio all'impresa. Anche se questa non è più l'Inter della famiglia Moratti».
Lei in passato era stato critico verso Simone Inzaghi, ma negli ultimi tempi sembra essersi ricreduto…
—«Vero, e questo mi fa piacere. Nella vita si può sempre fare un passo indietro. Inzaghi ha fatto molto bene, la squadra gioca bene a calcio e malgrado alcune sconfitte in campionato ha portato a casa risultati importanti».
Una differenza tra il suo Mourinho e Inzaghi?
—«Simone si avvicina a Josè. Vero, hanno due caratteri diversi, forse Inzaghi è più tranquillo ma entrambi sanno come si vince. E poi Simone mi piace perché sa come farsi amare dalla squadra. E non smette mai di studiare, di imparare».
La forza di questa Inter rispetto alla sua?
—«Credo che negli ultimi anni Marotta e Ausilio abbiano messo insieme una squadra fortissima, con 22 elementi di livello malgrado un budget limitato. E poi la mia era una squadra con tanti stranieri, questa invece ha tanti italiani e tutti fortissimi. Pero, ripeto, bisogna dire bravo soprattutto a Inzaghi, che ha saputo amalgamare questo gruppo. Abbinare coesione, risultati e bel gioco è una delle cose più difficili».
(Fonte: Il Giorno)
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