La partita dell’Inter più pazza di sempre?
—«La follia è nel nostro Dna. Certo che quella di martedì resta speciale».
Chi è favorito tra Inter e Psg?
—«Confesso di non conoscere troppo bene i francesi, ma mi sembrano una squadra più completa e solida rispetto al Barcellona, che ha un gioco molto divertente ma anche una difesa troppo alta. Credo che molto dipenderà da come inizia la gara, se segniamo subito diventa interessante».
Se potesse, che giocatore toglierebbe a Luis Enrique?
—«Donnarumma, Hakimi, Marquinhos, Kvara. Ce ne sono tanti. Ma forse direi Dembelè. Anche perché non è un vero attaccante d’area e darà meno punti di riferimento ad Acerbi rispetto al classico centravanti alla Lukaku o Halaand contro cui il nostro va a nozze. Anche se...».
Anche se...?
—«Anche se poi Acerbi i gol li va a segnare. In questo momento è lui l’immagine dell’Inter che non si arrende mai. Col Barcellona ha fatto qualcosa di eccezionale, superandosi in difesa e andando a segnare un gol assurdo. Al 93’. A 37 anni. E col piede sbagliato. Come fai a non farti trascinare da uno così, che dovrebbe essere stanco morto e invece si lancia all’attacco per l’ultimo assalto?».
Lautaro in compenso non doveva nemmeno giocare e invece ha fatto un gol e si è procurato un rigore.
—«Capitano vero. Che va a combattere in ogni zona del campo. Un altro bell’esempio di attaccamento. Anche se credo che in finale il giocatore che possa spaccare la partita sia Thuram. Quando parte lui...».
Quanti meriti hanno Marotta e Ausilio?
—«Tanti, perché sono loro che negli ultimi anni hanno messo insieme una squadra fortissima, con 22 elementi di livello malgrado un budget limitato. Però bisogna dire bravo soprattutto a Inzaghi, che ha saputo amalgamare questo gruppo. Abbinare coesione, risultati e bel gioco è una delle cose più difficili».
(Gazzetta dello Sport)
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