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Muller: “Lautaro, gol da fuoriclasse. Bastoni ricorda Bergomi. Ma Inter non sentirti al sicuro”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex giocatore dell'Inter Hansi Muller ha parlato della gara dei nerazzurri e del ritorno col Bayern
Andrea Della Sala Redattore 

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex giocatore dell'Inter Hansi Muller ha parlato della gara dei nerazzurri e del ritorno col Bayern:

«Cara Inter, non puoi sentirti al sicuro. Se parlassimo di un’altra squadra tedesca, direi che la qualificazione sarebbe certa al 90 per cento, però col Bayern no. Con loro non si sa mai, perché hanno una qualità incredibile, un carattere forte come l’esperienza internazionale. Ci credono sempre».


La pensano così anche a Monaco. Perché?

«Perché il Bayern ha una qualità incredibile. Musiala manca, però ha sempre dei fuoriclasse, tipo Sané o Kane, che possono decidere la partita da un momento all’altro. Poi sa chi manca di più?».

Chi?

«Manuel Neuer»

Ma il portiere Urbig non ha commesso errori l’altra sera.

«Il mio non è un discorso soltanto tecnico, ma di carattere. Neuer è capace di spingere la squadra, di dare fiducia e autostima a chi sta in campo, nei momenti difficili della partita. Urbig è un ragazzo che avrà tantissimo rispetto dell’avversario, della squadra, dello stadio, dell’ambiente. La convinzione è importante, ricordate il secondo tempo della Germania a San Siro? Ha rovesciato il risultato. Quello che voglio dire è che può capitare di tutto, anche in Champions».

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Come deve comportarsi l’Inter per evitare la rimonta del Bayern?

«Non deve giocare come se avesse vinto a Monaco, anche se ovviamente l’ha fatto. I giocatori devono scendere in campo con l’intenzione di ripartire da 0-0. E se fanno questo, significa che non stanno dietro e attaccano: devono cercare di fare il loro gioco, nel loro stadio. Perché se tu stai in difesa e fai venire l’avversario, può capitare di tutto, in maniera più veloce di come lo stai pensando. Basta un gol del Bayern e si torna in parità».

A Monaco parlano di “Wunder von Mailand”, ricordando la rimonta del 1988: 0-2 in casa, con il famoso gol di Berti, e 3-1 a San Siro, con l’Inter eliminata.

«Come si dice Wunder in italiano? Miracolo? Per me, non può essere un miracolo se parti da una sconfitta per un solo gol. Si parla di una partita dove il Bayern è in grado di mettere in difficoltà l’Inter».

Cosa le è piaciuto dell’Inter l’altra sera?

«Lautaro, che gol da fuoriclasse. Che sintonia con Thuram. E poi mette lo zampino anche nel secondo gol. Tiene la palla, nel momento giusto apre per Barella e boom. L’Inter va in avanti fino al 2-1».

E a parte il capitano?

«Due cose. Quando perdono la palla, sono in grado di recuperarla molto velocemente. E poi la ripartenza sulla riconquista: ribaltano subito il campo, vanno subito in avanti, in fretta e sicuri, con una velocità molto alta. I gol partono praticamente dal portiere, è uno dei pregi dell’Inter. E tutto ciò viene dato da una grande sicurezza sul possesso. Ci sono tanti giocatori che anche in una situazione difficile sanno sempre come risolverla. Non hanno paura di fare qualcosa freneticamente, restano tranquilli e mantengono la palla. Stanno calmi e cercano di avere una soluzione semplice e giusta. E’ impressionante, per questo penso che vinceranno di nuovo lo scudetto».

C’è un aspetto che l’ha sorpresa?

«Grandi sorprese, no. L’avevo già vista in campionato. Autoconvinzione, e come si diceva ai miei tempi, grande amalgama. A centrocampo tutti sanno “giocare la palla”, e poi Bastoni, che difensore. Mi ricorda Bergomi, per la grinta, la velocità con cui va nel contrasto. Forse anche leggermente superiore palla al piede. E poi la compattezza delle due linee dietro, come si muovono, come si spostano in zona palla senza perdere le distanze».

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L’avvicinamento al ritorno può frenare il Bayern? Sabato c’è il Klassiker contro il Borussia Dortmund, anche se non sarà uno scontro per il titolo.

«Credo che Kompany metterà alcune riserve. Qualche cambio riguarderà almeno tre o quattro giocatori. Tirerà le somme del minutaggio e gestirà le forze, perché il focus è sulla Champions, su mercoledì».

Ma ha sbagliato a lasciare fuori Thomas Müller, come tutta la Germania crede?

«È difficile dirlo. Devi vedere come si allena, non solo fisicamente, ma anche mentalmente: come sta. Comunque per me Thomas non è un giocatore, è un fenomeno. Con la carriera che ha fatto, con le possibilità che ha e che dà a una squadra; la sua efficienza non è del 100 per cento ma del 110. Avrebbe potuto sicuramente giocare in Serie A e in tutti i migliori campionati del mondo».

L’Inter dovrà temere la sua rabbia, mercoledì?

«Non parlerei di rabbia, ma di furbizia. Lui non è arrabbiato. Lui è intelligente e furbo e quando scende in campo, in qualsiasi momento, è sempre lì, è sempre pericoloso. Si è visto martedì».

In una scala di valori internazionali, dove mette l’Inter?

«Al livello del Barcellona e del Real Madrid. Qualche tempo fa avrei detto anche Manchester City, ma adesso comanda il Liverpool. Ma l’Inter può stare lì. E sa cosa mi dispiace?».

Dica.

«Che nel weekend del 25 maggio ci sarà Como-Inter e l’avevo segnata per venire a vederla. Le mie due squadre italiane. Ma c’è anche la finale di Coppa di Germania con lo Stoccarda, di cui sono ambasciatore. E non riesco, peccato. Spero di far festa ugualmente».