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Prandelli: “Col Milan i titolarissimi. Calhanoglu indispensabile, ieri ha scaldato i motori”

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Del momento dell'Inter e del derby in semifinale col Milan ha parlato il tecnico Cesare Prandelli ai microfoni de La Gazzetta
Andrea Della Sala Redattore 

Del momento dell'Inter e del derby in semifinale col Milan ha parlato il tecnico Cesare Prandelli ai microfoni de La Gazzetta dello Sport:

«Ma ve lo dico subito, contro il Milan in semifinale non ci sarà turnover che tenga... Inzaghi schiererà i titolarissimi perché un derby è sempre un derby».


E allora partiamo proprio dal turnover: Inzaghi ha dimostrato che le rotazioni, anche spinte come nella sfida di ieri sera alla Lazio, pagano.

«E ruotare uomini e risorse è stata una scelta che mi avrebbe trovato comunque d’accordo, a prescindere dal risultato di ieri. Perché per una squadra come l’Inter il turnover è indispensabile, per due ragioni. Primo, perché è così che si cementa il gruppo e si rendono tutti partecipi: avete visto Arnautovic? Sono serate come questa che aiutano Inzaghi a gestire al meglio il gruppo e ottenere risposte da tutti, in una stagione lunga e ricca di impegni come quella nerazzurra è fondamentale. Secondo motivo, la condizione fisica: tra club e nazionali, ci sono giocatori dell’Inter che hanno superato le 40 partite. Fino a qualche tempo fa 45 gare facevano una stagione, se pensiamo che siamo a febbraio...».

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L’Inter degli ultimi tempi è sembrata appesantita fisicamente. È la stagione che logora o c’è una componente legata alla preparazione?

«Io penso che Inzaghi e il suo staff abbiano approfittato delle due settimane libere tra Juve e Genoa per un richiamo di preparazione, scelta perfettamente comprensibile. Magari paghi un po’ all’inizio, nelle prime due-tre settimane immediatamente successive la squadra è ancora imballata, diciamo così, ma poi la condizione crescerà e l’Inter potrà essere brillante quando gli impegni, e gli obiettivi, si accavalleranno».

A proposito di calendario, il derby di Coppa Italia intaserà il mese di aprile...

«Ma aumenterà le motivazioni e l’adrenalina, i giocatori vivono per partite così. E scegliere tra una competizione e l’altra non è mai salutare. Mai».

Da un obiettivo all’altro: sabato l’Inter andrà al Maradona da capolista, fresca di sorpasso, e con i suoi big riposati. C’è aria di spallata scudetto?

«La sconfitta del Napoli a Como e il fatto di potersi presentare al Maradona da primi in classifica hanno dato una grande spinta all’Inter. C’è poco da discutere, la situazione che si è venuta a creare è un vantaggio che i nerazzurri devono sfruttare. Anche se Inzaghi e i suoi sanno benissimo che il campionato non finisce sabato. E con questo non mi riferisco soltanto alle giornate che rimarranno da giocare, ma anche e soprattutto al fatto che questa non è una corsa a due...».

L’Atalanta è più di un terzo incomodo, insomma.

«Lo dico da inizio stagione, l’Atalanta ha le carte in regola per vincere. Perché ha un allenatore come Gasperini, che in otto anni ha sviluppato una filosofia e una cultura del lavoro importante, perché un anno fa ha vinto l’Europa League e per come lo ha fatto, perché i giocatori hanno la convinzione giusta. Guai a sottovalutarla».

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L’Inter col Napoli avrà un Calhanoglu ricaricato, tra minutaggio ben gestito e il gol che ha chiuso la pratica Lazio: è lui l’uomo in più?

«Ho sempre detto che Calha è l’unico vero indispensabile per l’Inter: regala l’imprevedibilità che serve. E Inzaghi adesso può sorridere perché potrà contare su un giocatore in fiducia. È come se ieri Calha avesse scaldato i motori per il Napoli, in tutti i sensi: quel rigore sbagliato all’andata è un conto aperto...».

Dall’altra parte, invece, si è fermato un altro pilastro: dopo Neres è ko anche Anguissa. Quanto peserà la sua assenza sabato?

«Senza Anguissa il Napoli perde parecchio: fisicità, inserimenti, leadership. La storia però insegna che un gruppo forte riesce a pescare risorse speciali proprio nei momenti più delicati. Più che sui singoli, allora, mi concentrerei sulla testa: nel Napoli tutto adesso dipende dalla reazione della squadra a livello nervoso. Quando Conte dice che in cima il vento è forte ha ragione: ai piani alti la pressione può diventare il nemico peggiore. Probabilmente il progetto del Napoli è andato più veloce di quello che Conte e la società immaginavano in estate».

I progetti dell’Inter invece prevedono successi su tutti i fronti, nessuno si nasconde: in un campionato così equilibrato, sarà proprio l’abitudine alla pressione ad aiutare i nerazzurri?

«Dover vincere a tutti i costi può tirare brutti scherzi, quando hai quasi l’obbligo di dover arrivare davanti puoi affrontare la situazione e gestirla solo se hai un gruppo di grandissima personalità. E l’Inter ce l’ha: gente come Lautaro, Barella, Bastoni, per citare qualcuno, è abituata a reggere».